ROMA, 16 NOV – “Oggi la nostra tecnologia non è più fatta solo di artefatti, ma è fatta anche di strumenti informatici invisibili, ma non per questo meno potenti. Quando gli algoritmi su un social network riescono a mandare un messaggio preciso per una persona precisa, individuata dagli algoritmi stessi, riescono a fare qualcosa che si chiama una manipolazione, una micromanipolazione dei comportamenti. Questo non è un fenomeno di persuasione, cioè di convincere l’altro, ma è sufficiente per sbilanciare un comportamento, cioè per sbilanciare quello che è un equilibrio democratico”. Così il professor padre Paolo Benanti, presidente commissione AI della Presidenza del Consiglio e consigliere di papa Francesco su temi AI e Etica della Tecnologia, in occasione dell’inaugurazione dell’anno accademico dell’Università Lumsa a rainews.it. “Perché la democrazia sopravviva – ha aggiunto -dobbiamo ricordarci che questa scommette sulla capacità dei cittadini di farsi una loro opinione tendenzialmente verso un’opinione corretta. Ecco, la micromanipolazione algoritmica potrebbe essere un qualcosa che altera questo funzionamento naturale della democrazia. Ma il tema è che più che l’intelligenza artificiale, quello che ha fatto di Mask “Mask” è la potenza economica e la capacità industriale. Troviamo qui che l’artefatto tecnologico è una forma di potere. Lo è stato quando abbiamo inventato la spada di ferro, lo è oggi quando abbiamo inventato la spada algoritmica per tagliare, dividere e raggruppare le persone in formati specifici”