Politica
Ballottaggi in Sicilia, Di Maio batte Salvini 2-0 e alla fine vincono tutti tranne la Lega
CATANIA – Catania. E alla fine hanno vinto tutti. Tranne Matteo Salvini.
Vincono, innazitutto, i grillini. Che riescono nell’impresa, sempre meno improbabile negli ultimi giorni di campagna elettorale, del ribaltone nell’unico capoluogo alle urne in queste elezioni di primavera: Roberto Gambino sfiora il 60% a Caltanissetta, invertendo il risultato del primo turno, che aveva visto il rivale del centrodestra, Michele Giarratana, in vantaggio col 37,4% sul cinquestelle fermo al 20%. Fa festa Giancarlo Cancelleri, che ha giocato tutte le fiche politiche sul risultato nella sua città. Alla fine Gambino ha ottenuto il 58,85% dei voti. E ha vinto, grazie anche all’“aiutino” della Lega, in quello che è stato definito l’esperimento della tentazione gialloverde. Il candidato salviniano, Oscar Aiello, col placet del colonnello nisseno del Carroccio, Alessandro Pagano, non ha fatto mistero, in questi 15 giorni di campagna elettorale per il ballottaggio, di fare il tifo per l’(ex?) avversario pentastellato. «Ma abbiamo vinto per la credibilità del progetto e per il valore aggiunto di un candidato, Gambino, che è stato trascinante già al primo turno», dice Cancelleri – in trincea a Caltanissetta da più di un mese con la sorella deputata Azzurra al suo fianco – mentre annuncia l’arrivo di Luigi Di Maio, oggi in città per festeggiare il successo.
Una vittoria celebrata su Facebook in nottata, quando lo spoglio era a metà ma dall’esito scontato, dal vice premier Luigi Di Maio: «Abbiamo vinto con il nostro candidato Roberto Gambino», quando ci danno per morti noi ci siamo sempre». E nel pomeriggio Di Maio sarà a Caltanissetta per festeggiare, assieme al padrone di casa Giancarlo Cancelleri, la vittoria di Gambino.
Il capo politico del M5S farà forse tappa anche a Castelvetrano, patria di Matteo Messina Denaro, dove l’altro candidato cinquestelle, Enzo Alfano (lontano parente dell’ex ministro Angelino, indietro di un paio di punti) è sindaco con quasi il 65%, surclassando lo sfidante Calogero Martire, civico dipinto di sfumate simpatie politiche.
Ma vince anche il “Nazareno con le sarde”. Pescate rigorosamente nel Golfo di Gela. Nella città già “decrocettizzata” e poi “auto-degrillinizzata” si afferma Lucio Greco, candidato sostenuto da una parte di Forza Italia (quella che fa capo al riferimento nisseno di Gianfranco Miccichè, il deputato Michele Mancuso) e dal Pd “mascherato” senza simbolo nella lista per il consiglio, oltre che da un mix di civismo. All’ombra del Petrolchimico non è riuscito (o magari non c’è stato proprio) lo scambio di favori fra leghisti e cinque stelle. Esce sconfitto, seppur di poco, Giuiseppe Spata, l’ambizioso contendente per il quale s’era speso in un comizio anche Salvini in persona, sostenuto dall’ala forzista che fa capo a Pino Federico, ma anche da Giusi Bartolozzi, compagna del vicepresidente della Regione, oltre che da Udc ed esponenti centristi vicini a Saverio Romano.
Vince il “civico trasversale”, vince l’esperimento gelese: c’è la prima casa (o casetta) dei moderati tanto caroa oltre che a Miccichè, anche al dem Luca Sammartino («Vinto Gela…», scrive in un sms di mezzanotte ai suoi), anche se Greco aveva il placet degli zingarettiani, a partire da Lillo Speziale e dal genero Peppe Di Cristina, segretario del locale circolo; perde il centrodestra dipinto di verde che vorrebbe rottamare i centristi; perdono la Lega old style di Pagano e gli azzurri verdeggianti di Armao.
Salvini – forse l’unico vero sconfitto di questo mini-test siciliano, “amichevole di lusso” in vista delle Europee – cede infatti anche nell’altro comune in cui era al ballottaggio: Mazara del Vallo. Non ce l’ha fatta il giovane leghista Giorgio Randazzo, che non è riuscito a recuperare lo svantaggio del primo turno su Salvatore Quinci, civico trasversale che piace al centrodestra e un po’ anche al centrosinistra, vittorioso con il 52,41%. Anche qui, dunque, non s’è sentito l’apporto pentastellato al candidato salviniano, ma ha prevalso l’accordo silenzioso fra civismo e partitocrazia. Alla fine del mini-test la Lega quindi accontentarsi del solo comune di Motta Sant’Anastasia, appena 12mila abitanti conquistato al primo turno.
Mentre nella notte dei tanti vincitori fa festa anche Nello Musumeci. Che piazza la bandiera di DiventeràBellissima sul municipio di Monreale: con il 55,73% Alberto Arcidiacono (leader locale del movimento del governatore) si prende la fascia tricolore a cui aspirava anche Pietro Capizzi, centista sostenuto anche dal Pd. «Un risultato che conferma il nostro progressivo radicamento nei territori, favorito dal buon governo alla Regione, oltre che un centrodestra largamente maggioritario nei comuni al voto», esulta l’assessore musumeciano Ruggero Razza.
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