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Autostrade in Sicilia, sul nuovo piano Toninelli prepara lo scherzo del Cas

Di Mario Barresi |

Catania. Il (legittimo) dubbio è insinuato da un ghigno di Giancarlo Cancelleri. Nell’ormai consueta diretta Facebook per attaccare Nello Musumeci (“reo” di aver chiesto, e ottenuto, di escludere l’ex rivale alle Regionali dagli ospiti di Omnibus su La7), il leader siciliano del M5S si lascia sfuggire, dopo improperi assortiti, un’involontaria confessione: il presidente «vorrebbe infilare il Cas, che è un grandissimo carrozzone, nell’Anas. Questa cosa non dobbiamo permetterla…».

Il riferimento è all’ultima riunione del Cipe, in cui il governo ha “sbianchettato” il project financing della Ragusa-Catania, puntando su «un’autostrada pubblica e gratuita».

Ma che c’entra questo con la fatwa di Cancelleri sul Consorzio autostrade siciliane? C’entra, eccome. Perché uno degli esiti, tutt’altro che scontati, del Cipe di giovedì scorso è stato – come annunciato dal governatore e dall’assessore alle Infrastrutture, Marco Falcone – «la presa d’atto che l’opera sarà costruita da una società di scopo, a cui la Regione, per il tramite del Cas, parteciperà in prima persona». Musumeci ha chiesto che la sede sia a Ragusa.

Ma Danilo Toninelli, definito «una calamità nazionale» da Musumeci in una recente ospitata tv, è davvero disposto a riservare un posto in prima fila alla Regione? Giovedì il ministro grillino delle Infrastrutture non ha fatto una grinza, quando il governatore ha lanciato la proposta. Anche perché, ricordano con un certo compiacimento a Palazzo d’Orléans, «Nello ha tolto le castagne dal fuoco al ministro, che s’era presentato al tavolo con un pugno di mosche in mano». È stata proprio del governatore la proposta di un «rinvio operativo» del Cipe al 5 settembre, accolta da Giuseppe Conte. Il punto, ora, è che al ministero dei Trasporti si studia anche un piano B: «Il Cas non deve entrare nella società di scopo», è l’idea schermata da un guardingo low profile. La linea, dopo un primo confronto con gli uffici, è rafforzata da dati definiti «oggettivi», legati alla «disastrosa situazione di un ente che ha dimostrato di non saper gestire le autostrade siciliane». E dunque: «Come può il ministro fidarsi, nello sblocco di un’opera attesa da 32 anni, dello stesso Cas a cui medita di revocare le concessioni?».

Il primo effetto del piano è il rinvio, della visita di Toninelli per «raccontare il lavoro fatto per la Ragusa-Catania». La prima data ipotizzata era quella di domani. Ma il ministro arriverà a Ragusa «nella settimana del 12 agosto», annunciano i parlamentari iblei del M5S. Una settimana in più per studiare il dossier, dunque. Partendo proprio dall’oggetto della riunione del Cipe, ovvero «autorizzare il cambio del soggetto» chiamato a occuparsi dell’opera, che potrà essere la società di scopo, ma anche – si legge – l’Anas soltanto. Nelle «prescrizioni» del Cipe, infatti c’è un passaggio fortemente voluto dal ministero: «In mancanza della formalizzazione della società di scopo si precisa che il cambio di soggetto aggiudicatore non può che essere effettuato nei confronti di Anas». Tanto più che sarà il colosso autostradale a dover dare «l’esatta quantificazione del prezzo di acquisto» del progetto privato, con la quale il Mit dovrà presentarsi al Cipe di settembre.

Toninelli dovrà portare anche «la ripartizione delle coperture finanziarie dell’opera e dei relativi costi». Il tesoretto per rimpiazzare i 500 milioni del gruppo Bonsignore è il Contratto di programma Anas 2016/20. Ma a Roma sono convinti che ci vorrà meno di mezzo miliardo: «Il costo del progetto della Sarc includeva il finanziamento dell’opera tramite credito bancario. In caso di passaggio a una società pubblica – annota il Cipe – il progetto potrebbe veder ridotto considerevolmente il proprio costo, soprattutto se si procedesse celermente all’approvazione del progetto definitivo e con l’avvio dei lavori». Musumeci, a Roma, ha «riconfermato la volontà della Regione di sostenere l’opera con i 217 milioni già programmati e con la disponibilità ad aumentare lo stanziamento, se serve». Non sospetta del piano di Toninelli. Che vuole rifilargli uno scherzo del Cas. Per potersi intestare, in beata solitudine, la “Ragusa-Catania del cambiamento”.

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