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SALA D'ERCOLE

Ars, affossato ddl sulle ex province: voto segreto fa saltare il testo, se ne riparla in autunno. Opposizioni all’attacco

Il decreto doveva ripristinare le elezioni di secondo livello per città metropolitane e liberi consorzi. Il PD e il M5s parlano di «figuraccia» e «maggioranza rissosa»

Di Redazione |

Alla ripresa dei lavori all’Ars, dopo che l’aula aveva respinto la richiesta delle opposizioni di rimandare il ddl in commissione, il testo sulle ex province è comunque stato affossato. A Sala d’Ercole è infatti stato approvato con voto segreto l’emendamento presentato dalle opposizioni che ha soppresso l’articolo 1 del testo, facendo cadere l’impalcatura dell’intero ddl.

La seduta dedicata all’esame del ddl di riforma delle ex province, che dovrebbe introdurre le elezioni di secondo livello per città metropolitane e liberi consorzi, era iniziata questa mattina ed è stata subito sospesa. Appena aperti i lavori a Sala d’Ercole il presidente di turno Nuccio Di Paola aveva convocato la conferenza dei capigruppo per decidere come procedere. Si era poi arrivati alla ripresa, con il conseguente affossamento.

Dopo il voto segreto con il quale è stato bocciato l’articolo 1 del testo sulle ex province, il presidente Di Paola ha sospeso i lavori per una ulteriore riunione dei capigruppo. Alla ripresa è stato comunicato che il resto degli articoli del ddl sulle ex province potrà essere discusso ma non prima della prossima sessione autunnale.

L’aula ha quindi votato un’unica norma che sposta a dicembre il periodo per il voto di secondo livello nelle ex province, attualmente previsto a ottobre. La prossima seduta dell’Ars si terrà martedì 6 agosto alle 15 per discutere interrogazioni ed interpellanze della rubrica Istruzione e Formazione.

L’attacco del Partito democratico

«Sulle ex province il governo Schifani ha portato a casa l’ennesima figuraccia. Un ddl che nelle intenzioni doveva servire anche a moltiplicare le poltrone e i costi, ma che è stato affossato grazie all’azione del Pd e delle opposizioni. Ancora una volta sono state smascherate le contraddizioni interne alla maggioranza». Lo dice Michele Catanzaro capogruppo del Pd all’Ars.

«Lo avevamo detto e lo ribadiamo – continua – nessuno pensi di provare ancora ad inserire norme in contrasto con quanto previsto dalla legge Delrio, al momento la strada percorribile è quella delle elezioni di secondo livello nelle città metropolitane e nei liberi consorzi sulla base di quanto previsto dalla normativa nazionale».

L’intervento del Movimento 5 stelle

«La nuova bocciatura della riforma sulle ex Province, per come l’aveva concepita il centrodestra, è la prova delle faide all’interno di questa rissosa maggioranza, dove ognuno va per la sua strada. Ogni volta che si va al voto segreto sono dolori per l’esecutivo, a riprova del fatto che dentro la maggioranza il clima è tutt’altro che disteso e che parecchi deputati che dovrebbero sostenere Schifani non aspettano altro che la prima occasione utile per togliersi qualche sassolino dalle scarpe». Lo afferma il capogruppo del M5S all’Ars Antonio De Luca.

«Avevamo chiesto – continua Antonio De Luca – di votare solo la data delle elezioni di secondo livello per consentire agli enti intermedi di avere finalmente una governance politica, eletta, seppur indirettamente, per chiudere finalmente l’eterna stagione dei commissari e non di stravolgere la normativa. E invece il centrodestra ha mostrato tutta la sua arroganza, incassando una nuova sonora bocciatura sulle ex Province dopo quella di febbraio».

«La maggioranza – conclude Antonio De Luca – è andata sotto per un voto e l’assenza di Schifani nei fatti è stata determinante per le sorti del provvedimento. Speriamo, almeno, che questo gli serva da lezione e gli faccia trovare in futuro più spesso la strada per sala d’Ercole».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA