Anche Schifani contro vertici Rai per la gestione del Festival di Sanremo

Di Redazione / 13 Febbraio 2023

Archiviato il Festival di Sanremo, che ha fatto segnare record di ascolti e provocato molte discussioni, resta la scia di polemiche sull'operato degli organizzatori, finiti nel mirino per la gestione del messaggio di Volodymyr Zelensky e per le performance di Fedez. Anche oggi esponenti del centrodestra, come il sottosegretario Vittorio Sgarbi e il presidente della Regione Sicilia, Renato Schifani, continuano a chiedere un cambio dei vertici. Ipotesi su cui la maggioranza non appare però compatta, tanto che il primo a frenare ieri è stato il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi. 

L’amministratore delegato Carlo Fuortes va, comunque, avanti nel suo lavoro, convinto che la sua azione stia portando buoni risultati. A partire dal Festival, che oltre ad aver registrato per la prima volta la presenza del presidente della Repubblica in occasione dell’intervento di Roberto Benigni per i 75 anni della Costituzione, ha fatto segnare record di share e raccolto l'attenzione delle giovani generazioni anche su Rai Play. Un successo confermato dalle risultati di Mare Fuori, che ha raggiunto dal primo febbraio 25 milioni di visualizzazioni sulla piattaforma online (con una platea composta per il 45 per cento da under 25) e del programma di Fiorello. E’ vero, inoltre, che la lettura della lettera di Zelensky da parte di Amadeus è avvenuta dopo le 2, ma ha comunque raggiunto l’86% di share con 6 milioni 946 mila telespettatori, facendo così registrare uno dei picchi di share più alti della puntata finale. 
 Intanto il governo esce rafforzato dal voto sulle regionali, con la netta vittoria in Lombardia e Lazio anche se maturata con un’affluenza molto bassa, e questo per l’ala più interventista della maggioranza rappresenta un elemento in più per chiedere un cambio al vertice. Il mandato dell’attuale consiglio scade però nel 2024 e non è prevista dalla legge la possibilità di rimozione da parte dell’esecutivo, se non in casi del tutto eccezionali. Sarebbero, dunque, necessarie le dimissioni dell’ad Carlo Fuortes, che secondo fonti del centrodestra che spingono per la sostituzione potrebbero arrivare appena dovesse mancare il sostegno del governo e del cda, con un suo passaggio – si ipotizza – al Maggio Fiorentino, che vede il sovrintendente Alexander Pereira in bilico perché indagato per peculato. 

Ciò aprirebbe la strada a un successore interno, come Roberto Sergio o Marcello Ciannamea, come avvenuto nel 2017 con l’uscita di scena di Antonio Campo Dall’Orto. Meno praticabile l’arrivo di un esterno prima del 2024, anche perché il nome più caldo, quello di Gianpaolo Rossi, è probabile che venga speso solo più avanti per un intero mandato e l’idea di un intervento legislativo per prolungare la durata dell’attuale consiglio non è stata presa in considerazione. Il prossimo scoglio è il piano industriale, che dovrebbe essere presentato in cda entro aprile. All’orizzonte ci sono altri passaggi delicati come il rinnovo del contratto di servizio e la discussione sul finanziamento del servizio pubblico, dopo che il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha annunciato la volontà di togliere il canone dalla bolletta elettrica. Passaggi per i quali è necessario che sia operativa la Commissione di Vigilanza, che dovrebbe insediarsi entro febbraio sotto la presidenza del Movimento 5 Stelle. 

Le stesse fonti non escludono però che l’attuale vertice vada avanti, ma solo con cambi di dirigenti come il direttore Intrattenimento Prime Time, Stefano Coletta, ritenuto responsabile per il mancato controllo sulle performance di Fedez a Sanremo, e nuove nomine alle testate che potrebbero cambiare gli equilibri in campo a favore di Fratelli d’Italia. A partire dal Tg1, con le ipotesi di un esterno come Gian Marco Chiocci o il passaggio di Nicola Rao dal Tg2. Il cda si riunirà, intanto, il 15 febbraio, quando saranno comunicati i vicedirettori del tg della seconda rete. 

Condividi
Pubblicato da:
Carmela Marino
Tag: centrodestra Coletta festival Fuortes rai sanremo schifani sgarbi vertici