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LE ELEZIONI REGIONALI

Anche in Sicilia vince il centrodestra, ma per Schifani c’è il rebus governabilità

Il candidato del centrodestra al 37-41%, “Scateno” è secondo (24-28%), Chinnici e Di Paola si contendono solo la medaglia di bronzo. Armao Flop. Gli ultimi sondaggi segreti e gli scenari

Di Mario Barresi |

Renato Schifani va a dormire (ammesso che prenda sonno) da governatore. A distanza di sicurezza: una forbice dal 37 al 41% contro il 24-28% di Cateno De Luca, secondo con un dato che ha comunque del clamoroso. Questo, a urne chiuse, il verdetto degli exit poll di Opinio per la Rai. Se i dati fossero confermati, il centrodestra resterebbe alla guida della Regione con l’ex presidente del Senato. Senza il “catemoto”, ma con l’ex sindaco di Messina che si attesta come secondo partito in Sicilia. Con numeri ben superiori rispetto agli ex alleati del campo largo, Caterina Chinnici (centrosinistra) e Nuccio Di Paola (M5S), che si fermano rispettivamente su percentuali comprese fra il 15,5 e il 19,5% e fra il 13 e il 17%. Con l’amara consolazione che nemmeno sommando i dati massimi delle rispettive forbici avrebbero superato il candidato del centrodestra, pur arrivando però a fiatargli sul collo. Molto più basso, rispetto al dato nazionale del terzo polo, il risultato di Gaetano Armao, addirittura assimilato a Eliana Esposito (Siciliani Liberi) nella forbice compresa fra 1,5 e 3,5%.

Nessun commento ufficiale dai candidati. Soltanto Forza Italia, da fonti nazionali, fa arrivare una certa soddisfazione. Gli exit poll sulla Sicilia dimostrano «la vitalità di Forza Italia, che potrà garantire ai siciliani un governo all’altezza delle loro aspettative». E c’è Antonio Tajani che si dice «fiducioso» sulla vittoria di Schifani. Dall’entourage del candidato trapela un moderato ottimismo, «in attesa di cominciare a conoscere i dati reali», mentre “Scateno” si limita a postare sui social la foto che lo immortala con gli anziani genitori mentre festeggia gli 81 anni della madre. «Mi ha sempre raccomandato di non dipendere mai dalla politica per campare…». 

Oggi, a partire dalle 14, arriverà il momento della verità, con lo spoglio per le Regionali, dopo la lunga notte dedicata alle schede delle Politiche. Ma negli ultimi giorni di campagna elettorale sono stati realizzati (e sono circolati fra gli addetti ai lavori), pur con il divieto di diffusione, un paio di rilevazioni sulla Sicilia. Nella prima, realizzata da Noto Sondaggi il 19 settembre, i numeri si avvicinano agli exit poll Opinio-Rai: Schifani al 39% (con un oscillazione fra il 37 e il 41%), seguito da De Luca al 24% (dato mediano fra il 22 e il 26%), con Chinnici terza al 17% (forbice 15/19%), seguita da Di Paola al 15% (13/17%), mentre la propensione al voto per Armao (4%, range fra il 3 e il 5%) è più chiaramente superiore all’1% (0/2%) di Esposito.

Ben diverso, invece, è il quadro fornito da un altro sondaggio realizzato da Swg con la lista “De Luca Sindaco d’Italia” come committente. La rilevazione è datata 20 settembre e vede un testa a testa fra Schifani e lo stesso “Scateno” entrambi stimati in una forbice fra il 30 e il 34%, ma con un diverso trend rispetto al precedente sondaggio dello stesso istituto demoscopico che, l’8 settembre, dava l’ex presidente del Senato (33-37%) avanti con un margine di sicurezze sull’ex sindaco di Messina, stimato al 26-30%. Stabili, invece, Chinnici (al 16-20%, prima al 17-21%), e Di Paola (11-15%, il precedente dato era 10-14%). Chiudono Armao ed Esposito, stimati fra l’1 e il 3%.

Nel già citato sondaggio di Noto vengono pesate anche le coalizioni e le liste per l’Ars. Il centrodestra sarebbe al 43,1% (4 punti in più del candidato governatore Schifani) e scendendo nel dettaglio FdI, con il 16% (forbice fra il 12,5 e il 16,5%) sarebbe il primo partito della coalizione, pur con un consenso molto più basso di quello alle Politiche, contendendo al Pd (16,1% in un range fra il 13,5 e il 17,5%) la palma di lista più votata. Nel centrodestra ci sarebbe una buona affermazione di Forza Italia, stimata al 13,6% (12,5-16,5%), con la Lega-Prima l’Italia che supererebbe lo sbarramento per entrare a Sala d’Ercole con il 6,5% (forchetta fra il 4 e l’8%). Secondo Noto Sondaggi né la Nuova Dc di Totò Cuffaro né i Popolari-Autonomisti di Raffaele Lombardo supererebbero il quorum del 5%, attestandosi rispettivamente al 4 (range di oscillazione 3,5-5,5%) e al 3%. Il risultato del Pd si somma a quello dei Centopassi di Claudio Fava (1,5%, con una forbice che arriva al massimo al 3,4%: quindi fuori dall’Ars) arrivando a un totale di coalizione del 20%, tre punti in più della candidata Chinnici.  

Il centrosinistra supererebbe così la lista del M5S (16,1%, con un’oscillazione compresa fra il 15 e il 19%, di poco superiore al dato di Di Paola), mentre Azione-Italia Viva sarebbe quasi alle porte di Palazzo dei Normanni con il 4,7% (forbice 4/6%, di un punto superiore alla stima su Armao), con Siciliani Liberi ininfluente fra i decimali e l’1%.

Ma la vera sorpresa di questo sondaggio riguarda le liste collegate a De Luca. Pur ritenuto perdente rispetto a Schifani, il candidato indipendente porterebbe almeno una lista all’Ars: De Luca Sindaco di Sicilia è infatti stimata al 7%, con un’oscillazione fra il 4,5 e l’8,5%. Per Sicilia Vera invece sarebbe una lotta all’ultimo voto, perché nonostante il 2,9% di media, il range massimo arriva al 5%. Sotto la voce “altri coalizione De Luca” si unificano le altre sette liste, la più robusta delle quali è Orgoglio Siculo, con un dato cumulativo pari al 7,6% e una forbice fra il 4,5 e l’8,5%.

Interessante, nell’analisi di Noto Sondaggi, anche la provenienza dei voti della coalizione di De Luca. Ben il 19% arriverebbe, incrociando le propensioni per le Politiche, da siciliani che alla Camera si dicono orientati verso il M5S, mentre un robusto consenso arriverebbe anche da elettori di Lega (14,3%) e FdI (13,1%). Significativo anche il dato sul teorico consenso in arrivo dal Terzo polo (7,7%), superiore al potenziale “disgiunto” forzista (5,6%) e dem (5,4%). Ma si tratta di sondaggi ormai vecchi di una settimana. 

Resta sullo sfondo un altro scenario: la governabilità. Nel 2017, infatti, Nello Musumeci vinse sfiorando il 40% e la sua coalizione ottenne 36 seggi su 70. Il suo successore di centrodestra, se i dati degli exit poll fossero confermati, sarebbe al di sotto di quel dato. E con un’Ars balcanizzata dai deputati di De Luca, del Pd, del M5S e (forse) del terzo polo. Da oggi pomeriggio sarà il tema-clou della politica siciliana.

Twitter: @MarioBarresi

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