PALERMO – Dopo le lunghe perquisizioni nella sede della società calcistica del Palermo e nella casa di Maurizio Zamparini – accusato insieme con altre persone di diversi reati tra cui falso in bilancio, riciclaggio, appropriazione indebita – il patron del club rosanero prende la parola e si difende da quella che difendisce una aggressione da parte del Fisco. «Stiamo combattendo per difenderci da questa aggressione sperando di ottenere giustizia – ha detto il proprietario del Palermo – Oltre 3 mila dipendenti che hanno lavorato con me mi esprimono la loro gratitudine e stima, sfido a trovarne uno che sia stato da me trattato ingiustamente. Solo amore per tutte le persone, questo è il mio credo e chi mi conosce di persona lo sa».
«Ho dedicato con passione 15 anni della mia vita sportiva al Palermo – ha aggiunto – ho imparato a sentirmi a mio agio in una città che è bellissima così com’è, con la sua storia, i suoi pregi ed i suoi difetti, la sua gente e le sue usanze. Non c’è da cambiare nulla. Ho trovato tanta umanità specialmente nelle persone più umili e nei quartieri poveri. Ho conosciuto Biagio Conte che è esempio di amore incondizionato per tutta l’Italia».
Zamparini, che è anche proprietario del centro commerciale Conca d’oro, nel capoluogo, ha spiegato che «l’investimento del centro commerciale di Palermo, dove lavorano mille persone, che non ha prodotto ancora un euro di ritorno, è stato sanzionato con cartelle esattoriali per circa 20 milioni di euro per una interpretazione dell’Agenzia delle Entrate sulle procedure amministrative: non per evasione, né per un danno allo Stato, ma solo per produrre entrate a loro non dovute».
«Ho rispetto per il lavoro della magistratura – ha detto ancora – e sono convinto, non avendo mai volutamente commettere alcun reato, che la verità darà soddisfazione alla mia onestà. Comincio però a leggere sui media notizie false: io non ho mai avuto nessuna società in Inghilterra».
«Tutti i movimenti di denaro miei e nelle società della famiglia sono trasparenti e verificabili – ha affermato – Avendo venduto il mio gruppo nel 2000-2002 al gruppo francece Pinault Printemps Redoute per circa 800 miliardi di lire, tutta la provenienza dei miei investimenti proviene da quei fondi o dalle banche. Tutti i conti correnti personali e delle società della famiglia sono a completa disposizione degli inquirenti: non ho mai fatto utili con un euro di cosiddetto nero, parola che non conosco».
«Non ho né mai ho avuto alcuna società nel Regno Unito – ha ribadito ancora Zamparini – né direttamente né in forma collaterale. Sono in difficoltà poiché aggredito da tempo dall’Agenzia delle Entrate, non per evasioni ma per interpretazioni di parte delle regole».
Zamparini afferma che «la stampa, stante la verifica in corso, lo «dipinge come un possibile truffatore e maneggione. Con stupore venerdì scorso ho aperto la casa della mia famiglia ad Aiello del Friuli ad agenti della Guardia di Finanza per un ordine di perquisizione, tra lo stupore e la rabbia di mia moglie e mio figlio che non sopportano quello che nei fatti è una violenza: in un Paese civile, a meno che tu non sia un delinquente, vieni convocato a mostrare tutta la documentazione relativa ai fatti sotto inchiesta».
«Dopo il primo approccio formale – ha raccontato – mi ha fatto piacere il rapporto di umanità che si è instaurato quando penso si siano resi conto della mia massima disponibilità e soprattutto del fatto che non avessi nulla da nascondere. Alla fine di una giornata di collaborazione nei rispettivi ruoli, ci siamo salutati stringendoci la mano».
«Palermo Calcio – ha concluso – stipendia circa 160 persone: fatto inusuale nella sua storia, mai abbiamo omesso di pagarli regolarmente. Tutti i fornitori vengono pagati nelle regole, così come tutte le imposte dovute. Tutta la nostra contabilità ed i nostri conti bancari sono in regola ed a disposizione degli inquirenti, così come tutti i professionisti esterni che da anni danno la loro consulenza».
Zamparini ha voluto infine ribadire di non aver «mai considerato il Palermo, così come scrivono, il mio giocattolo: un soggetto che ha sottratto al tuo patrimonio 70/80 milioni di euro non può essere un giocattolo, e soprattutto considero il calcio un fatto sociale, in cui i tifosi devono essere in primo piano. Sto cercando con difficoltà investitori in Italia e all’estero, gente che dovrà assicurare investimenti come feci io all’inizio».