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Volare da e per la Sicilia sempre più caro Falcone si appella a Roma: «E’ emergenza»

Di Andrea Lodato |

Catania – Sta diventando difficile, maledettamente difficile, volare da e per la Sicilia. Difficile è dire poco. E’ sempre più caro. E’ sempre più scomodo. E’ sempre più un’avventura. E tira aria di truffa, di presa in giro e di raggiro. Sulle spalle di un popolo, quello siciliano, che, suo malgrado, sostanzialmente può spostarsi soltanto in aereo se vuole raggiungere in tempi ragionevoli la sua destinazione. Sotto questo cielo, e sotto questo aspetto, diciamo che anche oggi non c’è nulla di nuovo. Solo altri ritardi, solo altri voli cancellati, solo altri balzelli ai ceck in. Insomma niente di nuovo, ma ce n’è abbastanza per fare inferocire migliaia di passeggeri ostaggio di compagnie aeree ormai senza un minimo di pudore, scatenando ancora una volta anche la reazione del governo regionale.

Insorge l’assessore ai trasporti, Marco Falcone: «Dopo l’abbandono da parte della compagnia Vueling delle tratte Palermo-Roma e Catania-Roma, il quadro dei collegamenti aerei fra la Sicilia e il resto d’Italia assume ormai i caratteri di conclamata emergenza. Tariffe insostenibili e frequenti disagi per i passeggeri, come quelli di domenica legati alla cancellazione improvvisa di un volo Ryanair Perugia-Catania, rendono la condizione di insularità della nostra Regione una vera e propria prigione. Ai viaggiatori siciliani, costantemente penalizzati, vengono chiesti sacrifici intollerabili e ci saremmo aspettati che le società di gestione Gesap e Sac avessero mostrato maggiore autorevolezza, evitando che gli aeroporti di Palermo e Catania fossero ridotti a luoghi di atterraggio stabiliti solo dai desiderata e dalle volontà incontrollate delle compagnie aeree». L’assessore attacca le compagnie, non risparmia frecciate alle due società di gestione degli scali principali dell’Isola, poi s’appella a Roma: «Chiediamo che il governo nazionale intervenga al più presto, recependo il grido d’aiuto dei siciliani, eventualmente convocando un tavolo tecnico per dare risposte immediate e concrete ai siciliani».

Non è così facile, ovviamente. Lo sa Marco Falcone, lo sa il presidente della Regione, Nello Musumeci, che pure proprio sui trasporti, in tutte le declinazioni possibili, ha molto scommesso per caratterizzare il suo governo regionale, ben sapendo che senza un sistema moderno, efficiente, avanzato e integrato dei trasporti, è quasi inutile parlare di sviluppo, di turismo, di crescita. Perché un luogo senza strade, autostrade, ferrovie e aeroporti utilizzabili al meglio dalla popolazione locale (e da chi vuole arrivare da fuori) è un luogo destinato all’immobilismo, alla sofferenza, al nulla.

Intervengono anche, sulla questione, i deputati Bartolozzi, Prestigiacomo, Siracusano, Germanà, Minardo e Scoma con una interpellanza al ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti e al ministro per il Sud per sapere «se non ritenga necessario intervenire a regime per evitare la marginalizzazione della Sicilia rispetto al resto del Paese, inserendo nella prossima legge di bilancio una norma che permetta di calmierare i prezzi dei biglietti aerei da e per la Sicilia.«

Così Palermo rinnova l’appello a Roma, nella speranza che il governo nazionale riesca ad essere valido e concreto interlocutore delle compagnie aeree che sono diventate le depositarie dei nostri destini e delle nostre destinazioni. Che si parta per vacanza, che si voli per lavoro o per studio o per salute. Biglietti che partono da cifre sociali, certo, ma che richiederanno tra poco anche le ali di Icaro per decollare. Dall’aria che si respira in poi, dalla borsetta da donna allo zainetto, dalla borsa per un computer portatile a una sacca sportiva, si paga tutto. Si paga di più se vuoi entrare prima, si paga di più se vuoi un posto comodo, si paga di più se vuoi mettere il bagaglio in stiva, si paga di più che vuoi portare il trolley a bordo. E quel biglietto che nacque low cost, se aggiungi un paio di questi “capricci”, diventa un normale biglietto con cui potresti agevolmente fare un Roma-New York o un Milano-Londa. Peccato che sono tutti Catania-Verona, Palermo-Venezia, Torino-Catania, Catania-Genova, Bologna-Palermo. Ragazzi che vanno a studiare, genitori che portano bambini in centri medici d’eccellenza, mamme che vanno a cucinare pasta al forno, docenti che vanno e vengono da dove sono stati sbatacchiati.

Partiamo da qui, con questo tormento del libero mercato. Perché queste compagnie riempiono i loro aerei solo partendo o tornando quaggiù. Altrove ci sono treni veloci, autostrade e servizi che da noi in 75 anni partiti di tutti i tipi, di tutti i colori, di tutte le ideologie, hanno sistematicamente tralasciato di realizzare. Promesso sì, tutti, fatto niente. Tutti.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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