PALERMO – E’ tornato libero, dopo aver ottenuto l’affidamento in prova ai servizi sociali, Vito Roberto Palazzolo, ritenuto uno dei più grossi riciclatori di denaro sporco per conto di Cosa nostra, rimasto latitante per anni in Sudafrica dove ha accumulato un patrimonio miliardario. Estradato dalla Thailandia nel 2013, era ricercato in campo internazionale dai primi anni ’90 per scontare una condanna a nove anni per concorso in associazione mafiosa. Condanna parzialmente espiata in carcere prima dell’affidamento in prova.
Le inchieste hanno accertato che il principale «ruolo» di Palazzolo, originario di Terrasini (Pa) è consistito, negli anni, nell’attività di «riciclaggio e pulitura» delle ingenti somme di denaro provenienti dai traffici di droga e dal contrabbando di sigarette. Riconosciuto come una figura di spicco di Cosa Nostra, inserito per 20 anni nelle dinamiche mafiose, sarebbe stato una sorta di cerniera tra i clan e il mondo imprenditoriale. Secondo le stime degli inquirenti, Palazzolo, che si faceva chiamare Von Palace Kolbatschenko, ha accumulato un vero tesoro: 70 proprietà tra Sudafrica e Namibia, quasi tutte intestate a un trust, per un valore di oltre 37 milioni di euro. Nel 2006 in Namibia, grazie al figlio dell’ex presidente della Repubblica, Palazzolo sarebbe riuscito a entrare in rapporti diretti con la De Beers, il colosso mondiale delle pietre preziose. Poi avrebbe acquistato sette giacimenti di uranio, del valore di tre miliardi e mezzo. Dopo l’estradizione si disse disponibile a collaborare coi magistrati che, però, non hanno mai creduto alla sua reale volontà di contribuire alle indagini.