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Summit sulla Libia a Palermo, ma big Ue disertano invito di Conte

Di Redazione |

ROMA – Un terreno minato, a cominciare dagli identikit dei partecipanti. Il premier Giuseppe Conte, in vista della conferenza di Palermo del 12 e 13 novembre sulla Libia, ha dalla sua parte le Nazioni Unite ma comincia la sua strada in salita: in Sicilia, infatti, mancheranno i big europei Emmanuel Macron e Angela Merkel, con la cancelleria che, nonostante avesse assicurato al premier la sua presenza nell’ultimo faccia a faccia a Bruxelles, oggi ha formalizzato il forfait. Forfait che, molto probabilmente, verrà dato anche dal segretario di Stato Usa Mike Pompeo, benché Donald Trump sia tra gli sponsor principali dell’azione italiana nel Mediterraneo. Mentre è confermata la presenza del premier russo Dmitri Medvedev: tra le potenze del pianeta è Mosca, quindi, ad inviare alla conferenza italiana il rappresentante di più alto profilo. Per il premier Conte però, il successo dell’iniziativa sta innanzitutto nella partecipazione, nutritissima e al più alto livello, dei rappresentanti del mondo arabo e di quelli del mosaico libico, tutti «di altissimi profilo», si sottolinea nell’esecutivo. A Palermo, infatti, ci saranno il presidente egiziano Abdel Fatah Al-Sisi e il presidente tunisino Beji Caid Essebsi. Confermata la presenza del premier libico riconosciuto dall’Onu, Fayez el-Serraj, e del generale Khalifa Haftar, che di fatto controlla la Cirenaica. E ci saranno anche i rappresentanti delle potenti milizie di Misurata. Con un’appendice, che per l’Italia rappresenterebbe un successo: la possibile «foto di famiglia» di tutti i partecipanti libici al summit, elemento che, viste le tensioni tra i vari attori libici, è tutt’altro che scontato.

In tutto si contano 30 «invitati», tra i quali anche il ministro degli Esteri della Ue Federica Mogherini, che starà a Palermo entrambi i giorni del summit. A condurre il vertice saranno Conte e l’inviato speciale Onu in Libia Ghassan Salamé che, il 13, terranno anche la conferenza stampa finale al termine della sessione plenaria. Il giorno prima, invece, sarà quello della cena di lavoro tra i partecipanti, una sorta di “welcome dinner” per preparare il terreno al vertice vero e proprio di martedì. Tra i commensali ci saranno anche i rappresentanti della Cina, della Banca Mondiale e del Fondo Monetario Internazionale. E la Francia, principale ‘competitor’ dell’Italia sul dossier libico? Dovrebbe essere rappresentata dal capo della diplomazia Jean-Yves Le Drian.

Il gioco delle presenze e delle assenze sembrerebbe delineare un asse tra Onu, Italia e Russia, con «l’amichevole” sponsorizzazione degli Usa e il defilamento dei grandi dell’Europa. E c’è chi fa notare che anche alla conferenza sulla Libia del maggio scorso all’Eliseo i rappresentanti occidentali non furono di alto profilo, a cominciare da quello dell’Italia, alle prese peraltro con la formazione del governo dopo il voto del 4 marzo. La sintonia tra Italia e Onu si concretizza anche nella data delle elezioni parlamentari: non certo il 10 dicembre, come stabilito a maggio a Parigi, ma nel 2019, come previsto dalla nuova road map presentata stasera all’Onu.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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