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Strage di Altavilla, oggi attese le prime verità processuali per Barreca, sua figlia, Fina e Carandente

In Corte d'assise via al processo per la carneficina legata alla follia religiosa. Davanti il Tribunale dei minori la sentenza per la ragazza

Di Redazione |

E’ cominciato davanti alla corte d’assise di Palermo, nell’aula bunker del carcere Pagliarelli, il processo al muratore Giovanni Barreca e a Sabrina Fina e Massimo Carandente, accusati di aver ucciso, durante folli riti di esorcismo, la moglie di Barreca, Antonella Salamone e i due figli Kevin ed Emanuel.

La strage fu commessa a febbraio dello scorso anno nella villetta di Altavilla Milicia in cui il muratore viveva con la sua famiglia. Le vittime furono assassinate dopo lunghe torture perché, secondo l’imputato e la coppia di amici, conosciuti in una comunità religiosa, erano possedute dal demonio. Gli imputati sono presenti in aula. Barreca è stato dichiarato capace di intendere e di volere. Lo ha stabilito la corte d’assise di Palermo che ha respinto l’istanza di dichiarazione di non doversi procedere per infermità mentale presentata dal legale dell’imputato. Nel pomeriggio arriverà la sentenza dei tribunale di minori relativa alla figlia dell’uomo.

La corte ha anche dichiarato infondata la richiesta di nullità del decreto che ha disposto il giudizio sollevata dal legale di Sabrina Fina accusata della strage insieme a Barreca e al compagno Massimo Carandente. Il legale della donna aveva eccepito “l’indeterminatezzà delle contestazioni, in particolare quelle sul ruolo avuto negli omicidi dall’imputata. «Le tre imputazioni contestate alla donna- ha detto la corte – appaiono sufficientemente specificate tanto da consentirle un completo contraddittorio». Rigettata anche la perizia sulla capacità di intendere e di volere chiesta dal legale di Carandente. «Non ci sono elementi che facciano profilare un’ipotetica non imputabilità», hanno detto i giudici. Infine la coppia non potrà accedere al giudizio abbreviato per le aggravanti delle sevizie e della crudeltà a loro contestate.

«C’è una perizia che ha dichiarato il mio cliente infermo di mente», ha detto il legale di Barreca, Giovanni Barracato. In realtà sulla salute mentale dell’imputato, che dal carcere è stato spostato in una Rems, una struttura sanitaria di accoglienza per gli autori di reato affetti da disturbi mentali e socialmente pericolosi, c’è una battaglia tra la Procura di Termini Imerese, che ha svolto le indagini, e il gip che ha disposto la perizia che ha dichiarato infermo il muratore. Sulla questione, dopo il ricorso dei pm, si pronuncerà la corte di Cassazione nei prossimi giorni.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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