PALERMO – Due uomini sono stati fermati con l’accusa di tentato omicidio per la sparatoria avvenuta ieri nel quartiere Zen di Palermo. In carcere, su disposizione della Dda, sono finiti Letterio Maranzano 35 anni e Pietro Maranzano di 21 anni. Secondo quando accertato dalla polizia avrebbero fatto parte di un commando composto da una decina di persone che ieri ha teso l’agguato alle vittime: Giuseppe, Antonio e Fabrizio Colombo. Tra i due gruppi ci sarebbe stata un lite qualche ora prima dell’aggressione. Ai due fermati è stata contestata l’aggravante di avere commesso il tentato omicidio con il metodo mafioso. Il commando , che secondo gli inquirenti sarebbe vicino a clan mafiosi, avrebbe teso una trappola ai Colombo, attirati in strada per quello che doveva essere un chiarimento. Quando si sono accorti delle intenzioni della banda, che scesa dalle auto ha cominciato a sparare decine di colpi, i tre sono riusciti a fuggire prima a piedi poi in auto. Dopo l’agguato le vittime sono andate in ospedale. Giuseppe e Antonio, padre e figlio, hanno riportato ferite non gravi. Fabrizio è rimasto illeso.
Dopo i fermi, la polizia sta cercando di identificare l’intero commando che ha preso parte alla sparatoria. «Sono almeno una decina che si sono presentati a bordo di auto e moto a quello che doveva essere un incontro di chiarimento per un dissidio sorto di mattina – dice Rodolfo Ruperti capo della squadra mobile di Palermo – Sono stati sparati numerosi colpi di pistola e quando i due uomini feriti sono riusciti a fuggire i giovani che hanno preso parte alla sparatoria hanno iniziato a ripulire la zona dai bossoli». I due gruppi che si sono affrontati per le vie dello Zen sono i Colombo e i Maranzano. Proprio alla famiglia Maranzano appartengono i fermati. Giuseppe Colombo è stato colpito da una testata. Poi calci e pugni anche per Antonino. Infine gli spari. Diversi testimoni avrebbero raccontato quanto successo. Non è chiaro però cosa avrebbe innescato lo scontro e la sparatoria. Le indagini sono coordinate dal procuratore aggiunto della Dda Salvatore De Luca e dai pm Amelia Luise e Emanuele Faletra.