PALERMO – «Queste accuse mi hanno rovinato la vita. Non ho mai nè dato nè promesso denaro e ho ispirato la mia professione al rispetto della legge». Nega ogni accusa davanti ai giudici del tribunale di Caltanissetta l’avvocato Gaetano Cappellano Seminara, ex amministratore giudiziario in molte procedure di sequestro e confisca di beni mafiosi, imputato di corruzione al processo che coinvolge anche l’ex presidente della sezione misure di prevenzione del tribunale di Palermo Silvana Saguto.
Per l’accusa, sarebbe tra i professionisti “privilegiati” ammessi al cerchio magico della giudice, nel frattempo sospesa da funzioni e stipendio dal Csm, e grazie al suo rapporto con Saguto avrebbe avuto decine di incarichi di amministratore giudiziario. In cambio avrebbe fatto avere consulenze per oltre 700mila euro al marito, Lorenzo Caramma, anche lui imputato e avrebbe dato alla presidente 20mila euro in contanti, mai comunque trovati dagli inquirenti. Cappellano, nel corso di un lungo esame, ha ripercorso la sua carriera partendo dai primi anni ’80. «Da allora ho gestito 55 procedure». Lungo l’elenco delle autorità giudiziarie siciliane citate dall’imputato a dimostrazione della fiducia di cui negli anni avrebbe goduto. Cappellano ha anche ricordato che nei primi tempi dopo l’entrata in vigore della legge sui sequestri e le confische dei beni dei mafiosi «gli amministratori giudiziari disponibili si contavano sulle dita di una mano: molti non volevano occuparsene».