Serie A, Palermo aspetta il Sassuolo e Corini: “Qui siamo come Hiroshima”

Di Redazione / 13 Gennaio 2017

Non c’è pace sulla panchina del Palermo dove Eugenio Corini, evidentemente non si è ancora abituato alla vita in bilico che sulla panca rosanero è una specie di consuetudine.

Corini non ha nascosto di esserci rimasto male quando ha saputo che il presidente lo ha già messo in discussione chiamando pure De Zerbi. Non è il modo migliore di affrontare la prima delle 19 “finali” per il Palermo che cerca la salvezza.

«Ho pensato al rischio esonero – ha detto Corini nella conferenza stampa della vigilia – ci sono critiche soggettive e oggettive, ma non accetto critiche strumentali autolesionistiche. Oggettivamente non mi aspettavo di essere messo in discussione perché ci sono stati miglioramenti. Poi non so perché non sia stato esonerato ma ci ho pensato anch’io a fare delle scelte. Quando scegli questo mestiere sai di poter andare via anche dopo una partita. Ho sempre pensato che senza un principio è complicato ripartire. Per quanto accaduto forse era giusto andare a casa. Poi ho pensato a chi lavora qui e a chi ama il Palermo. Mi è arrivato il pieno sostegno della città e ho preferito continuare. Ho preso una squadra con il morale sotto i tacchi – ha spiegato – dopo Firenze era complicato fare anche solo un passaggio da quattro metri. Non si può dire che in ogni partita si rischia di andare a casa. La dialettica interna è fondamentale. Senza uscire da questo limbo, non si può fare niente».

Corini resterebbe a Palermo per sempre «ma con una dialettica stabile. Io rimango qua, ma ogni partita a Palermo è una bomba atomica – sottolinea -. Mica ci possiamo chiedere cosa succede ogni tre minuti, qui è sempre Hiroshima. Sono stati fatti sei punti in dodici partite e da quando sono venuto ci sono stati punti e miglioramenti significativi. Se non si capisce da dove siamo partiti tutto diventa difficile».

C’è da pensare innanzitutto al Sassuolo. «Sto pensando alla difesa a quattro – ha concluso – se usarla dall’inizio o a partita in corso. Silva ha qualità ma ha anche caratteristiche che avevamo già in rosa, le nostre esigenze erano sostituire Rajkovic, poi a centrocampo Bouy è andato via e Hiljemark è sul mercato: queste erano le esigenze».

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