Requisitoria processo Saguto, pm: «Esercizio funzioni per interesse privato»

Di Redazione / 20 Gennaio 2020

CALTANISSETTA – «Da alcune intercettazioni si desume in maniera chiarissima che l’esercizio delle funzioni non era posto in essere per l’interesse pubblico ma per quello privato». Così il pm Claudia Pasciuti, nel corso della requisitoria del processo sul cosiddetto sistema Saguto, parlando delle intercettazioni tra l’amministratore giudiziario Gateano Cappellano Seminara e l’ex presidente della sezione misure di prevenzione del tribunale di Palermo, Silvana Saguto. Il reato contestato è corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio.

«Nel giugno 2015 – ha ricordato la Pm – la Guardia di Finanza su delega del Pm ha svolto un lavoro monumentale dalla quale si evidenziava anche una costante carenza di liquidità sui conti correnti dei coniugi Saguto-Caramma. In una conversazione la Saguto dice a Cappellano Seminara ‘guarda che quei documenti non sono arrivati completamente. Siamo un poco persì». Per il Pm non vi è alcun dubbio che quando i due parlano di ‘documentì si riferiscono a somme di denaro.

Silvana Saguto in quel momento, nel giugno 2015, stava attraversando un periodo difficilissimo per la situazione finanziaria della sua famiglia. «Silvana Saguto – ha detto il Pm Pasciuti, che sostiene l’accusa insieme al collega Maurizio Bonaccorso – manifestava a Cappellano Seminara la sua disperazione e faceva capire che da lui si aspettava qualcosa e che lui doveva trovare una soluzione. Gli disse di essere disperata, provata e di non avere più soldi. Di contro Cappellano Seminara precisava che non era così semplice». Nelle varie conversazioni tra i due, intercettate nel giugno 2015, furono diversi i riferimenti ai «documenti», cioè i soldi di cui, secondo l’accusa, Silvana Saguto aveva bisogno. 

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