Quattro funzionari del Comune di Palermo e sei tra imprenditori e commercialisti sono stati condannati per un giro di mazzette e una truffa scoperti dalla polizia nel 2014. I funzionari, dipendenti dell’Ufficio tributi, secondo l’accusa, avrebbero preso mazzette in cambio di sconti sulla riscossione della Tarsu e della Tares. La sentenza è stata emessa dai giudici della prima sezione del Tribunale di Palermo.
Hanno avuto dodici anni i funzionari comunali Antonio Borsellino, Gaspare Tantillo e Ida Ardizzone, mentre a dieci è stato condannato il collega Cesare Pagano. Condannati a quattro anni e due mesi ciascuno Antonio e Luigi Vernengo, Giuseppe Vassallo, Giuseppe Carnesi e Giovanni Torres.
Questi ultimi, imprenditori e commercialisti, sarebbero coloro che, grazie alle mazzette, avrebbero ottenuto uno sconto sulle tasse. La pena più bassa, due anni, è stata inflitta a Vittorio Ferdico per il quale è caduta la più grave accusa di corruzione ed è rimasta in piedi la truffa.
Il modus operandi della banda, scoperto grazie alla denuncia di uno dei contribuenti «avvicinati», era semplice. Il commerciante, il professionista o il semplice cittadino si presentavano allo sportello terrorizzati dalla cartella esattoriale ricevuta o dall’avviso di accertamento.
Il funzionario gli prospettava una situazione debitoria pesante e, subito dopo, gli offriva la soluzione: l’annullamento del debito, la riduzione della superficie imponibile per il futuro, a volte la variazione d’uso dell’immobile. Il tutto in cambio di una mazzetta pari al 50% del totale del debito maturato dal contribuente.
La tangente andava versata con un acconto subito, poi in comode rate. La truffa sarebbe costata al Comune di Palermo circa 400mila euro e se non fosse stata scoperta dalla polizia nelle successive riscossioni.