E’ definitiva l’assoluzione di Khadiga Shabbi, la ricercatrice libica fermata nel dicembre del 2015, su ordine della Dda di Palermo per terrorismo, supporto logistico a foreign figthers e apologia e istigazione al terrorismo con l’uso dei mezzi informatici.
I giudici romani hanno dichiarato inammissibile il ricorso contro l’assoluzione in appello. In primo grado la donna aveva avuto un anno e otto mesi in abbreviato. La difesa, rappresentata dai legali Michele Andreano e Salvatore Gambino, in una nota ha annunciato che valuterà «ogni e più opportuna azione ai fini del riconoscimento dell’ingiusta detenzione (in regime di carcere duro) e eventuali azioni giudiziarie risarcitorie contro il ministero degli interni, il questore di Palermo e il prefetto di Palermo per i provvedimenti di espulsione e accompagnamento coattivo presso il centro di prima accoglienza di Ponte Galeria dove la donna ha subito una detenzione di 6 mesi e ha riportato rilevanti effetti psichici non essendogli stato consentito di essere visitata da un medico esterno».
khadiga Shabbi si è sempre dichiarata innocente rispetto alle accuse che le venivano mosse tra cui quella di aver aderito all’Isis prima e al gruppo Al Quaida dopo.