Palermo, hotel a 5 stelle per i mici di casa aiuta i gatti randagi

Di Maria Ausilia Boemi / 28 Giugno 2018

Un albergo di lusso – il Black & White Cat Hotel – per gatti domestici nel rifugio dei mici randagi a Palermo. I felini più fortunati, attraverso il conto pagato dai loro padroni, aiutano così i loro simili trovatelli ospiti del rifugio Ediga, in quanto tutte le entrate di questa attività “di accoglienza a 5 stelle” sono destinate ai randagini.

L’attività “alberghiera” è stata avviata dai volontari del rifugio lo scorso 4 giugno, una volta terminate le prime 5 stanzette con terrazzino, alle quali tra qualche giorno se ne aggiungeranno altre 4 e ulteriori 4 entro fine luglio, per un totale di 13 stanze. «Abbiamo dedicato – spiega Franco Lannino, il tesoriere dell’ente di volontari oggi ribattezzato Pola Narzisi in onore della fondatrice del gattile – il retro di due reparti del rifugio felino dividendolo fisicamente da questi e rendendolo fruibile per i gatti padronali, che possono usufruire di una stanzetta con annesso terrazzino privato in sicurezza. Le stanzette interne sono col tetto coibentato, quindi fresche d’estate e più calde d’inverno e sono dotate di un rubinetto per le pulizie e per cambiare l’acqua delle ciotole, oltre che di luce elettrica con una piccola lampadina e una presa che consente ai padroni che volessero mettere una webcam di guardare i gatti durante il soggiorno». La pensione comprende l’alloggio – «con quotidiani cambio di acqua, pulizia di stanzetta e lettiera e coccole» – ma non il vitto, per non cambiare le abitudini alimentari dei gatti ospiti: «Le stanzette – spiega Franco Lannino – sono dimensionate per un massimo di tre gatti padronali provenienti dalla stessa famiglia, che non hanno alcuna possibilità di contatto con gli orfani del rifugio per evitare contagi. Nel terrazzino, i gatti padronali possono invece vedersi tra loro ma non avere contatti fisici diretti. Si parte da una tariffa di 7 euro al giorno per i primi 10 giorni; dall’undicesimo al ventesimo giorno la tariffa passa a 6 euro; dal ventunesimo giorno in poi a 5 euro. Il secondo gatto nella stessa stanzetta (deve essere della stessa famiglia) paga il 50% (di 7, 6 o 5 in base a quanto resta), il terzo paga il 25% sempre di 7, 6 o 5».

L’iniziativa sta ottenendo un grande successo: «Abbiamo già 4 stanze su 5 piene fino a settembre. Tutto è nato dal fatto che negli anni molte persone ci chiedevano questo tipo di servizio. Finora non avevamo però potuto realizzare la struttura per mancanza di fondi, ma l’associazione italo-inglese Aispa – che ci sostiene dall’Inghilterra – ci ha finanziato il progetto e noi lo abbiamo realizzato, con un costo di circa 2.000 euro. E abbiamo avuto in effetti un riscontro pazzesco».

Anche perché la ciliegina sulla torta è che i proventi di questa attività «vanno solo al gattile: tutto quello che entra dall’hotel viene investito per fare vivere meglio i mici orfani che già abbiamo e quelli che accoglieremo». Oggi gli “a-mici” che nel rifugio hanno trovato una casa sicura sono quasi 200: 175 adulti e una ventina di cuccioli, «ma in questo periodo riceviamo decine di chiamate al giorno di Sos».

Un’iniziativa che si aggiunge a tante altre, come la Gattombola di Natale organizzata dal neko caffè Nero Miciok e la prossima Cat’s night del 5 luglio dalle 18 alle 2 di notte nel locale “La zucca vuota” che donerà tutti gli incassi della serata al rifugio. E in periodo di dichiarazione dei redditi, l’associazione fa affidamento anche sulle donazioni con il 5 per mille (codice fiscale 97047630823).

«Ci piace – spiega Franco Lannino – darci da fare e non sperare soltanto nella carità, vogliamo fare qualcosa che auto-finanzi il gattile, siamo un’associazione molto attiva sulle idee per quanto riguarda il tema dei piccoli felini sul territorio. Abbiamo per esempio già realizzato impianti con la grondaia per il riciclo dell’acqua piovana, che ci consentirà, il prossimo inverno, di pagare pochissimo per le autobotti (noi non siamo attaccati alla rete idrica). E in futuro, se ci riusciremo, vorremmo anche installare i pannelli solari».

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