La Polizia di Palermo ha arrestato, mettendolo ai domiciliari e su ordine del gip del Tribunale, F.M., palermitano di 40 anni e ha notifica un’ordinanza di divieto di avvicinamento nei luoghi frequentati dalle vittime, nei confronti dei palermitani C.R., di 51 anni e C.G. di 27, responsabili, rispettivamente, il primo di tentata estorsione aggravata e gli altri due di lesioni personali.
La vicenda risale al marzo scorso quando si è verificata una lite all’interno dei locali di una sala scommesse di via Perez che, poco fuori su una strada limitrofa, degenerava in pura violenza. Le indagini della Squadra Mobile hanno subito intuito che la vicenda fosse da ricondurre alla attitudine al gioco compulsivo di un avventore della sala scommesse: dalle indagini è infatti emerso come F.M., quella sera reduce da una lunga serie di puntate perse ad una slot machine, avesse esaurito il denaro; indispettito dalla lunga serie di sconfitte e nella convinzione che la slot, di lì a poco, avrebbe erogato una vincita, l’avventore, diretto a casa per reperire altro denaro, avrebbe preteso che durante la sua assenza nessuno puntasse a quella slot. Tale pretesa sarebbe stata rivolta, in modo minaccioso ed aggressivo, all’interlocutore, il responsabile della sala che, sin da subito, l’avrebbe ritenuta irricevibile: F.M. nel tentativo di forzare la volontà dell’uomo, avrebbe esercitato una pressione sempre più minacciosa, addirittura infilando una chiave in bocca alla vittima. Di lì a poco, lo scontro si sarebbe inasprito, spostandosi poco fuori sulla sede stradale. A dar man forte all’avventore sarebbero infatti giunti due suoi congiunti che avrebbero aggredito il responsabile della sala giochi ed il figlio di quest’ultimo giunto in soccorso del padre. A conclusione dell’aggressione, padre e figlio avrebbero riportato ferite guaribili, rispettivamente, in 7 e 10 giorni. Gli aggressori, fuggiti dopo avere udito le sirene della Polizia sono poi stati identificati dai poliziotti della Mobile palermitana.
La ricostruzione della dinamica e del movente dell’aggressione è stata resa possibile anche grazie alle dichiarazioni, concordanti e convergenti, rese da alcuni testimoni dell’aggressione.