Omicidio Fragalà, un pentito: «L’avvocato ucciso per fare un favore ai clan»

Di Redazione / 22 Marzo 2018

PALERMO – L’avvocato Enzo Fragalà fu ucciso per «fare un favore a quelli di là sopra, quelli di Pagliarelli». Lo ha detto in aula il collaboratore di giustizia Salvatore Bonomolo, esattore del pizzo della famiglia di Porta Nuova, che ha deposto al processo per l’omicidio del legale in cui sono imputati Francesco Arcuri, Antonino Siragusa, Salvatore Ingrassia, Antonino Abbate, Paolo Cocco e Francesco Castronovo.

Bonomolo, che sta finendo di scontare una condanna a 10 anni e 4 mesi, ha messo a verbale e ha confermato in aula di avere appreso notizie sul delitto da un compagno di cosca e di cella, Giuseppe Auteri, già indagato e poi prosciolto per l’omicidio del legale. Doveva essere un pestaggio esemplare che si trasformò in omicidio. Bonomolo conferma la ricostruzione fatta dalla procura a proposito del ruolo svolto dal gruppo di Porta Nuova. «Auteri e Arcuri si curavano l’avvocato», ha detto Bonomolo che ha spiegato che per «cura» intende «pedinamenti». 

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