Palermo
Nomine e “mannaia” per le ex Province un tunnel infinito: legge a rischio impugnativa
A rendere necessario l’atto per le città metropolitane è la decadenza di Leoluca Orlando, Enzo Bianco e Renato Accorinti, avvenuta con la pubblicazione della legge. A Rosario Crocetta spetta pertanto la scelta se nominare un unico commissario con le funzioni di giunta e consiglio, soluzione già adottata a Trapani o se procedere, caso per caso, a due distinte e differenti nomine. Ipotesi che appare più accreditata. Dalla Funzione pubblica è stato anche chiesto un parere all’Ufficio legislativo e legale, e non ci sono margini per eventuali dubbi, la legge votata ad agosto va applicata.
Impugnabile entro 60 giorni, il testo dovrà passare il vaglio attento del Consiglio dei ministri. Se dovesse, come molti ritengono, essere sottoposta alla “mannaia” che andrebbe a cassarne alcune parti essenziali, si ripartirebbe per l’ennesima volta, daccapo.
A giorni è attesa la decisione di Palazzo Chigi. Se la legge dovesse essere impugnata, lo scenario non sarebbe di per sé adeguato con un semplice ritocco. La Regione potrebbe scegliere di resistere di fronte alla Corte costituzionale, o presentare anche delle memoria a supporto alla Presidenza del Consiglio. La vicenda resterebbe aperta con scenari tutti da verificare. Soprattutto potrebbe non essere automatico il ritorno alla legge che ricalca lo schema della riforma Delrio e per la quale i sindaci delle Città metropolitane coincidono con quelli delle città capoluogo, (Orlando, Accorinti e Bianco) mentre i rappresentanti dei Liberi consorzi passano dall’elezione di secondo grado.
L’impugnativa eventuale del Cdm non rappresenterebbe infatti a quel punto una procedura esecutiva che fa decadere immediatamente la legge.
L’Ars (quella che uscirà dalle urne del prossimo 5 novembre), potrebbe andare in Aula e, considerati i termini dell’impugnativa, chiedere l’abrogazione della legge. Ma lo scenario che si aprirebbe sarà, in ogni caso, successivo alla potenziale impugnativa.
Intanto, dal momento che rientra tra gli atti di ordinaria amministrazione, non sottoposto quindi a termini perentori rispetto alla data di scadenza del suo mandato, Crocetta si è preso ancora qualche giorno prima di nominare i nuovi commissari. Dovrà infatti scegliere se lasciare a capo della Città metropolitana i commissari che in atto sono in carica per le funzioni del Consiglio: Maria Elena Volpes (nel frattempo nominata direttore regionale ai Beni culturali) a Palermo, Maria Costanza Lentini a Catania e Vittorio Romano a Messina, facendo quindi un commissario unico per i due ruoli e le diverse funzioni, o se agire invece diversamente. Tra i papabili per Palermo un nome è quello del segretario generale di Palazzo d’Orleans Patrizia Monterosso che già in passato ha svolto questo incarico a Palazzo Comitini.
Questi gli altri commissari al momento in carica: Maria Elena Volpes a Palermo; Raimondo Cerami a Trapani; Giuseppe Marino ad Agrigento; Margherita Rizza a Enna; Dario Cartabellotta a Ragusa; Giovanni Arnone Siracusa; Rosalba Panvini a Caltanissetta.
Sempre che il prossimo governo non azzeri tutto e faccia nuove nomine. Tanto per cambiare.
patrizia monterosso a palermo?Tra i papabili per Palermo un nome è quello del segretario generale di Palazzo d’Orleans Patrizia Monterosso che già in passato ha svolto questo incarico a Palazzo Comitini. Il punto è se Crocetta nominerà la dirigente come commissario unico o ne sdoppierà il ruolo
il vademecumIn occasione dell’approvazione della legge sulle Province del 10 agosto scorso, il confronto è avvenuto sull’elezione diretta dei presidenti delle ex Province di Palermo, Catania e Messina. L’emendamento che proponeva una formula diversa un’elezione indiretta, con la possibilità di soluzioni diverse per le Città metropolitane è stato ritirato “in extremis”. Per quanto riguarda le competenze degli enti di area vasta, che svolgono un raccordo nei territori, rimangono attive quelle relative a edilizia scolastica, pianificazione dei trasporti, tutela dell’ambiente. Nei prossimi giorni l’assessorato alla Funzione pubblica disporrà in dettaglio il riparto delle risorse ai singoli enti, alle Città metropolitane e ai Liberi consorzi, come già comunicato nei giorni corsi all’interno della Conferenza delle Autonomie locali.
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