PALERMO – «Eravamo a 40 miglia dalle coste libiche, svolgevamo un’attività di security per una piattaforma, quando abbiamo incrociato il primo barcone carico di persone. Li abbiamo fatti salire a bordo, poi la Guardia Costiera ci ha chiesto di restare in zona avvertendoci che in mare c’erano altre imbarcazioni».
A parlare è Paride Pipino, il primo ufficiale del Vos Thalassa, il rimorchiatore giunto nel porto di Palermo con 1042 migranti. Ai primi, intercettati nel Canale di Sicilia, si sono aggiunti altri extracomunitari sbarcati da diverse motovedette della Capitaneria. A bordo di una di queste anche 7 morti: 5 donne e due ragazzi.
Le cause dei decessi non sono state ancora chiarite. Le salme sono state fatte scendere dal rimorchiatore e verranno sepolte, dopo il nullaosta della Procura, a Palermo. «Abbiamo messo a disposizione le bare – dice l’assessore comunale Giusto Catania – e troveremo posto per le sepolture».
I 14 membri dell’equipaggio della Vos Thalassa per due giorni si sono occupati dei 1042 migranti a bordo assicurando loro i pasti. «Ci sono stati momenti di tensione – racconta l’ufficiale – durante la distribuzione dei viveri perché erano tutti affamati e si sono accalcati».
Ad accogliere i 1042 a Palermo, oltre alle forze dell’ordine e al prefetto Antonella De Miro, volontari della Caritas, della Croce Rossa e dell’Asp. Un piccolo campo medico è stato allestito sulla banchina e molti migranti, disidratati e sfiniti, sono stati visitati. Non ci sarebbero minori non accompagnati. I migranti verranno trasferiti in comunità alloggio di Palermo e della provincia, altri saranno mandati fuori dalla Sicilia.