PALERMO – Sentenza ribaltata in appello: il boss Nino Madonia è stato condannato dalla corte d’assise d’appello all’ergastolo per l’omicidio di Sebastiano Bosio. Il medico fu assassinato il 6 novembre del 1981. Madonia, come ricostruito dalla Procura generale, sarebbe stato il mandante. In primo grado Madonia era stato assolto. Madonia è stato condannato anche al risarcimento dei danni nei confronti delle parti civili Rosaria Patania (moglie del medico) e le figlie Liliana e Silvia Bosio; l’ordine dei medici di Palermo. La liquidazione del danno sarà disposta in sede civile ma il collegio ha disposto una provvisionale di 200 mila euro per Patania e centomila euro per ciascuna delle altre parti civili.
Il processo a Madonia è iniziato nel 2011 dopo la richiesta di rinvio a giudizio del pm della Dda Lia Sava, avanzata a seguito della perizia dei carabinieri del Ris sui proiettili utilizzati dai sicari. L’arma che fu usata per uccidere Bosio, una calibro 38, sarebbe infatti la stessa che sette mesi dopo, il 5 giugno 1982, fu utilizzata dal killer per uccidere due meccanici della borgata palermitana Passo di Rigano, Francesco Chiazzese e Giuseppe Dominici. Per quel duplice omicidio, Madonia è stato condannato.
Il boss era già stato indagato per l’omicidio ma non si trovavano riscontri e l’inchiesta stava per essere archiviata. Il gip ha chiesto nuove indagini e sono venuti fuori i proiettili del delitto rimasti per anni dentro una cassaforte dell’istituto di Medicina legale del Policlinico. Le indagini sul caso Bosio erano state riaperte tra il ’95 e il ’96, per essere poi di nuovo archiviate. Il pm Sava le aveva riaperte nel 2005. Al processo aveva testimoniato anche Ciancimino junior che aveva detto: «Mio padre mi disse di avere appreso dal suo amico Bernardo Provenzano che a uccidere il chirurgo Sebastiano Bosio nell’81 era stato Nino Madonia, lo stesso che uccise Libero Grassi».