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Inchiesta sulle consulenze della Gesap, facevano la “cresta” anche sugli incidenti aerei

Di Redazione |

Nelle carte dell’operazione The Terminal, coordinata dal procuratore Capo di Palermo Francesco Lo Voi, con l’aggiunto Dino Petralia e il pm Luca Battinieri, è finito anche l’incidente aereo della Windjet avvenuto a Palermo il 24 settembre 2010.

Si tratta di una consulenza – come si legge nell’ordinanza – prima commissionata e poi pagata 20 mila euro all’ex capitano dell’Alitalia Filippo Capuano e poi ricomissionata e pagata circa 54 mila euro alla società Cometa, riconducibile sempre a Capuano.

«Era per trovare una formula per darti soldi», diceva infatti l’ex direttore generale Carmelo Scelta a Capuano. Fu proprio Capuano – secondo i magistrati palermitani – a suggerire la soluzione: «Usa il contratto quello dell’incidente». Scelta raccolse subito l’invito a proposito del contratto: «E lì che attività abbiamo per poterti dare qualche cosa, me lo devo ripigliare, perché neanche me lo ricordo più».

Nel corso dell’indagine è emerso che la società Cometa era stata incaricata per realizzare uno strato di calcestruzzo per consentire la decelerazione dei velivoli in fase di atterraggio.

“La società Cometa fu incaricata della realizzazione del cosiddetto Emas – ha raccontato l’ingegnere Nicolò Pecoraro della Gesap convocato alla squadra mobile – uno strato di calcestruzzo particolare che serve alla decelerazione degli aeromobili in caso di fuori pista. Il comandante Capuano portò all’interno di alcuni magazzini dell’aeroporto i materiali che dovevano servire per la produzione, l’ho visto un paio di volte, di fatto l’attività di sperimentazione all’aeroporto di Palermo non è stata mai avviata». Il costo dell’operazione fu, nel 2012, di 170 mila euro.

Intanto sono previsti tra lunedì e mercoledì gli interrogatori di garanzia delle persone raggiunte da misura cautelare e cioè Carmelo Scelta, ex direttore generale della Gesap, Giuseppe Liistro, ex dirigente del settore manutenzioni dello scalo palermitano e attuale dirigente negli scali di Fiumicino e Ciampino.

Gli imprenditori e lo stesso Liistro saranno interrogati a Roma da un gip delegato già da lunedì. Mentre Carmelo Scelta si presenterà in Tribunale mercoledì. Scelta dovrà chiarire quello che gli investigatori hanno descritto come un sistema una presunta associazione a delinquere per garantire, a una ristretta cerchia di imprenditori, l’attribuzione diretta e fiduciaria di incarichi di progettazione relativi allo scalo Falcone-Borsellino. Sono tanti gli appalti finiti nell’inchiesta. Lavori spezzettati in piccoli progetti per consentire l’affidamento agli stessi imprenditori.

Nella carte dell’inchiesta c’è anche un’intercettazione con l’imprenditore romano Stefano Flammini (anche lui raggiunto da una misura cautelare, la sospensione per un anno da qualsiasi carica societaria) in cui Scelta parla della progettazione della nuova torre di controllo Enav, «incarico pretestuosamente affidato – dice il gip – da Gesap alla società di Flammini in quanto la struttura non è di pertinenza della società di gestione dello scalo ma dell’Ente di controllo aereo. Flammini chiede a Scelta di liquidare le fatture perché sono state inserite comunque nel bilancio della società. «Ma emettile le fatture – lo tranquillizza Scelta – futtitinni, tanto non ti abbandono Stefano, ma scherzi?». Sulla vicenda della torre, anche l’ingegner Antonino Taragnolini (il suo ruolo sarebbe stato progressivamente ridimensionato dopo l’arrivo di Scelta) ha da ridire e non vuole bollare la buona esecuzione della consulenza progettuale.

«E’ arrivata – dice – questa che parla di manutenzione piano di sviluppo torre Enav, mi crea ancora di più imbarazzo – dice Taragnolini – secondo me per questa prestazione non ci sono i presupposti per andarla ad esitare così come è stata presentata la fattura».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA