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Incendio in baracche rom alla Favorita: conto alla rovescia per lo sgombero

Di Redazione |

PALERMO – Conto alla rovescia per lo sgombero degli ultimi 54 rom presenti nel campo nomadi nel parco della Favorita a Palermo dove un incendio è divampato la notte scorsa in una delle baracche ancora occupate. Nessun ferito grazie soprattutto all’abbaiare di un cane, che dormiva insieme ai padroni. Sono intervenuti i vigili del fuoco. Le persone residenti dovrebbero andare via volontariamente domani, senza l’uso della forza pubblica, ma sotto la sorveglianza di vigili e carabinieri, poi venerdì, entreranno in azione operai e ruspe.

Nei giorni scorsi la Procura aveva lanciato un ultimatum per liberare la zona occupata abusivamente dal 1990 e dove sono state realizzate strutture pericolose per chi le abita. Non ci sono bagni, fogne, scarichi regolari. Cumuli di rifiuti, anche amianto, giacciono a terra. Il sequestro, disposto dal Gip Walter Turturici, a luglio scorso è legato proprio a queste esigenze di tutela dell’incolumità pubblica. Un atto d’accusa pesante quello del magistrato che indicò tutte le tappe dei proclami delle varie amministrazioni succedutesi, da 29 anni, che annunciavano provvedimenti per migliorare le condizioni di vita dei nomadi del campo, mai tradotti in fatti.

Il provvedimento non è stato ancora eseguito definitivamente perché l’amministrazione comunale chiese tempo per poter trovare una sistemazione alternativa. Erano circa 120 all’inizio, i nomadi: alcuni hanno goduto di soluzioni, altri si sono trasferiti da parenti o amici in città del Nord. Nei nove mesi trascorsi dal giorno del sequestro, il custode giudiziario è stato il comandante della polizia municipale, Gabriele Marchese. Sono stati eseguiti alcuni interventi di manutenzione e di messa in sicurezza degli impianti elettrici e idrici, ma rimane il problema dei liquami sparsi per il campo, così come quello dei rifiuti. Gli interventi – tampone non sono stati ritenuti sufficienti dal pool coordinato dal procuratore aggiunto Sergio Demontis e composto dai pm Pierangelo Padova e Enrico Bologna, che hanno più volte sollecitato l’assessore alla Cittadinanza solidale, Giuseppe Mattina, a trovare alternative. Il Comune ha liberato il 60 per cento delle baracche: quelle abbattute sono state già ventisei. «È un momento importante per la città di Palermo: finalmente dopo tanti, troppi anni, il campo nomadi viene sgomberato e tornerà ai cittadini palermitani», dice il capogruppo della Lega in Consiglio comunale a Palermo e responsabile regionale enti locali del partito Igor Gelarda. COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA