Casteldaccia (Palermo) – Anche a Casteldaccia, questa sera (3 Settembre) alle ore 20:00 nella Torre del Duca di Salaparuta, sarà ricordato Carlo Alberto Dalla Chiesa ucciso il 3 Settembre del 1982 assieme alla moglie e all’agente Domenico Russo. Interverranno esponenti e i sindaci dei comuni della zona e il Presidente del Centro Studi Pio La Torre. Per Casteldaccia, allora epicentro del tragico triangolo della morte, è l’occasione per ricordare anche la reazione popolare contro i delitti che durante la seconda guerra di mafia insanguinò quella zona ( 21 omicidi solo nel mese di Agosto 1982). La guerra di mafia iniziò nel Maggio 1981 con la soppressione del capo famiglia di Casteldaccia, Piddu Panno, seguito a ruota da quella di Stefano Bontade ad opera dei Corleonesi. Casteldaccia reagì, alle uccisioni mafiose anche di innocenti, con la nascita del primo Comitato popolare di lotta contro la mafia promosso da un gruppo di giovani, da Don Cosimo Scordato e da Vito Lo Monaco allora esponente del PCI .In quella stagione fu pubblicato il primo appello dei ”preti antimafia” di Bagheria con il consenso del vescovo Pappalardo e con l’attivo ruolo del teologo-storico don Francesco Michele Stabile.
Cosa è rimasto di quella fase che segna la sconfitta e la fine storica della mafia stragista Corleonese? La nascita di un movimento popolare antimafia trasversale da un punto vista sociale culturale e politico e la reazione dello Stato e del Parlamento che approvarono la prima legge antimafia e l’obbligo della confisca ai mafiosi dei beni illecitamente accumulati . La mafia di allora è stata sconfitta, ma le mafie non sono scomparse. Esse sono state capaci di adeguarsi all’evoluzione della società, della globalizzazione dell’economia e alla sua finalizzazione. Ha inoltre esteso, attraverso la corruzione la rete di collegamenti con la cosiddetta “area grigia” professionale, economica e politica ha saputo estendere la sua presenza su territorio, e infiltrarsi con il compiacimento delle classi dirigenti in tante amministrazioni locali. Il sistema politico mafioso oggi resiste grazie a questa capacità mimetica delle mafie che condiziona la vita economica sociale e politica del paese. Il prossimo governo, se di svolta, non potrà eludere, nella sua agenda politica, un piano di lotta concreto contro il sistema corruttivo- politico- mafioso.