ROMA – «Non è mai un bel giorno per un Paese quando una cittadina viene commissariata per mafia, ma questa è stata una nostra battaglia ed è la testimonianza che la televisione che lotta fino in fondo, credendo nella battaglia che fa, alla fine vince». Così Massimo Giletti, che più volte si occupato a Non è l’Arena su La7 del caso delle sorelle Napoli, le proprietarie terriere di Mezzojuso che da anni denunciano minacce e intimidazioni di stampo mafioso, commenta così lo scioglimento del Comune siciliano deciso oggi dal Consiglio dei ministri.
«In una giornata così vince lo Stato, vince il prefetto che in autonomia hanno preso questa decisione – aggiunge Giletti -. Noi abbiamo acceso la luce, i fari su questa vicenda, non abbiamo abbandonato tre donne che erano sole. Sono contento perché vuol dire che quello che abbiamo intuito aveva basi molto profonde». Una battaglia che Giletti porta avanti dal 2017 e che a maggio scorso lo ha visto andare in onda proprio da Mezzojuso: «Erano quindici anni che una televisione non faceva una puntata dalla Sicilia parlando di mafia: noi siamo andati nel cuore della cittadina, accettando la sfida del sindaco, perché eravamo convinti che quello che stavamo raccontando fosse vero. Per fortuna – chiosa il giornalista – c’è una televisione che continua a battersi, non solo la tv lavanderia che brucia le notizie di cronaca senza poi tornarci». Anticipando che le sorelle Napoli torneranno ospiti domenica prossima di Non è L’Arena, Giletti conclude sottolineando che “questa storia dà una speranza anche alla Sicilia che vuole cambiare”.