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Gestione beni confiscati, la Saguto accusata anche di concussione

Di Redazione |

Il Pm di Caltanisetta Maurizio Bonaccorso chiederà l’assoluzione di Aulo Gigante, amministratore giudiziario delle imprese Niceta, tra gli imputati del processo sul cosiddetto «Sistema Saguto».

Lo ha annunciato oggi in aula lo stesso pubblico ministero. Al contrario si aggrava la posizione di Silvana Saguto, ex presidente della sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Palermo, protagonista principale del caso giudiziario. Per il capo di imputazione che riguardava Gigante, accusato di corruzione in concorso, la contestazione, per l’ex presidente, passa da corruzione a concussione.

Il processo ruota attorno alla gestione delle nomine di amministratori giudiziari di beni sequestrati e confiscati alla mafia: Saguto, ora radiata dalla magistratura, secondo gli inquirenti, avrebbe dato gli incarichi solo a suoi fedelissimi. In cambio avrebbe ricevuto favori e regali.

L’episodio che riguarda la Saguto e l’ex amministratore giudiziario Gigante nasce da una intercettazione ambientale effettuata nell’ufficio del magistrato. Dalla conversazione si evinceva che l’imputata aveva invitato l’avvocato Gigante, che si occupava dell’amministrazione del gruppo imprenditoriale Niceta, a sostituire un collaboratore con un altro da lei suggerito. La sostituzione, però, non fu mai fatta.

Gigante, difeso dagli avvocati Giacomo Butera e Enrico Tignini, è stato rinviato a giudizio per corruzione. Dal processo, però, è emerso che l’ex amministratore si limitò a raccogliere l’indicazione del magistrato senza darvi seguito. Per questo il pm ha annunciato che chiederà l’assoluzione di Gigante, mentre la Saguto si trova ora a rispondere, per questo episodio, di concussione anziché di corruzione.  Il processo proseguirà il 9 gennaio. A metà gennaio comincerà la requisitoria del pm.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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