PALERMO – La commissione regionale Antimafia siciliana ha trasmesso alla Procura di Ragusa e alla Dda di Catania l’audio di 84 minuti relativo a una intervista sul «caso Antoci» che è stata fatta domenica scorsa al presidente Claudio Fava da una troupe de le Iene, non andata ancora in onda. Per Fava, che ha raccontato quanto accaduto parlando con alcuni cronisti negli uffici dell’Antimafia alla presenza di tre componenti della commissione, si è trattato di “una violenta aggressione verbale”, «con tante affermazioni false».
Il file con l’audio, registrato a sua volta con un telefonino mentre era in corso l’intervista fatta in un hotel a Comiso (Rg) dove Claudio Fava per tre giorni ha tenuto laboratori di scrittura, è stato consegnato dalla commissione Antimafia anche ai cronisti. La vicenda riguarda Giuseppe Antoci, l’ex presidente del Parco dei Nebrodi, che fu vittima di un attentato mai chiarito fino in fondo. Il caso è stato al centro di una istruttoria dell’Antimafia che ha depositato la relazione finale lo scorso ottobre formulando tre ipotesi: l’avvertimento, l’attentato e la messinscena, con Antoci comunque vittima in ognuno dei casi.
«Domenica scorsa ero a Comiso, sono stato avvicinato in un albergo da un giornalista delle Iene che mi ha proposto una intervista sul ‘caso Antocì, intervista che ho concesso di buon grado pur non essendo mai stato avvertito della loro visita – dice Fava – Ma non è stata una intervista ma una aggressione molto violenta nei toni, offensiva nei contenuti e minacciosa nelle forme: senza domande ma con affermazioni false e calunniose e provocazioni», sostiene Fava.
“E’ stata una operazione ben organizzata – aggiunge – Chi ha mandato questo signore? A che scopo? E’ una forma di intimidazione? Un avvertimento affinché nessuno continui a occuparsi di questa vicenda? Se l’obiettivo è intimidire, sono caduti male, si sbagliano. E’ un atto di una gravità istituzionale irreparabile nei confronti di questa commissione Antimafia”