Le lacrime del 2013 non sono bastate a placare la rabbia dei tifosi. Il ritorno di Fabrizio Miccoli a Palermo per la partita della nuova società rosanero contro una selezione di vecchie glorie ha scatenato molte proteste contro il ritorno al Renzo Barbera del Romario del Salento, il miglior marcatore in Serie A della squadra palermitana con la quale ha militato in Serie A dal 2007 al 2013. Del caso ne parla oggi Il Fatto Quotidiano.
In molti, si legge nell’articolo, non gli hanno perdonato quelle intercettazioni nell’ambito di un’inchiesta di mafia, in cui l’attaccante insultava più volte Giovanni Falcone: «Vediamoci sotto l’albero di quel fango di Falcone», diceva al telefono a un amico. Miccoli aveva frequentazioni poco raccomandabili a Palermo, come quella con Mauro Lauricella, condannato in primo e secondo grado (sette anni in appello) per «estorsione aggravata dal metodo mafioso», vicenda in cui è stato processato anche l’attaccante salentino, anch’egli condannato poi a tre anni e sei mesi per estorsione in primo grado.
«Miccoli lontano da Palermo», «Non lo vogliamo»: sono questi i commenti dei tifosi sui social network, alcuni dei quali hanno deciso di non partecipare alla gara delle vecchie glorie prevista per il 26 agosto, in protesta con una decisione che ha diviso i tifosi, ma che vede la maggior parte delle persone schierate per il “no” al ritorno della bandiera rosanero. Altri hanno risposto postando sui social, sotto la notizia, la foto dei giudici Falcone e Borsellino, chiedendo che il nuovo presidente Dario Mirri torni sui suoi passi, in questa estate di rifondazione della società rosanero che dopo il fallimento partirà dalla Serie D: «Ho sbagliato ma non sono un mafioso», aveva detto l’attaccante, in lacrime, subito dopo la pubblicazione delle intercettazioni in una conferenza stampa che ha sancito poi la fine della sua avventura con il Palermo e con il calcio ad alti livelli.