Danno erariale, Tutino condannato a risarcire Policlinico di Palermo

Di Redazione / 14 Ottobre 2020

PALERMO – I giudici della sezione di appello della Corte dei Conti hanno condannato Matteo Tutino a risarcire l’azienda Policlinico di Palermo con 20 mila euro per avere effettuato senza autorizzazioni interventi chirurgici all’ospedale Sant’Elia di Caltanissetta. Il collegio presieduto da Tommaso Brancato, giudice estensore Guido Petrigni, ha respinto sia il ricorso della difesa, che chiedeva l’assoluzione, che quello dei pm contabili che invocavano una condanna più severa. Regge comunque la ricostruzione della procura guidata da Gianluca Albo.

Il pm contabile, alla luce degli atti istruttori delegati ai carabinieri del Nas di Palermo, accertava che il Policlinico di Palermo non aveva autorizzato gli interventi professionali in questione, per i quali il già menzionato medico aveva percepito compensi, per prestazioni svolte dal 2007 al 2011, non riversati all’amministrazione di appartenenza, per un importo di oltre 32 mila euro. Il dottore Tutino ha sempre negato di aver provocato danni alla propria amministrazione, affermando di aver collaborato gratuitamente, in virtù di un’apposita convenzione, con l’ospedale Sant’Elia di Caltanissetta e di aver percepito compensi solo per quegli interventi «salvavita» rivolti a malati non trasportabili, effettuati da quando era stato collocato in aspettativa senza assegni, sottolineando come si trattasse di remunerazioni esigue rispetto ai costi affrontati, regolarmente denunciate e sottoposte a tassazione. Ed è per questo che l’avvocato Sabrina Donato preannuncia sin d’ora che «verrà prontamente avviata una richiesta di risarcimento danni nei confronti del presidio ospedaliero Sant’Elia su incarico dei quale gli interventi sono stati eseguiti. Interventi per i quali l’ospedale nisseno ha ottenuto rimborsi dall’assessorato regionale alla Salute per migliaia di euro, a fronte di un mero rimborso spese riconosciuto al medico incaricato, e per il conferimento dei quali i dirigenti ospedalieri a noi risultano attualmente indagati per abuso e omissione di atti di ufficio».

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