Palermo
Dalai Lama a Palermo: «Un vero musulmano non uccide»
PALERMO – «Anche l’uso sbagliato della religione può essere distruttivo. Denominare un certo tipo di religione come terrorismo è sbagliato. Il terrorismo è qualcosa che fa male agli altri e se fa male agli altri, non non sei più buddista, non sei più musulmano. Un vero musulmano mai uccide, un vero buddista mai uccide. È sbagliato titolare con frasi come terrorismo islamico perché la gente si fa un’idea sbagliata». Lo ha detto il Dalai Lama, a Palermo durante la conferenza Conferenza sull'”Educazione alla Gioia”, in corso al Teatro Massimo.
«È triste che il nuovo presidente americano Trump non consideri importante il riscaldamento climatico». «Il pensiero del presente è «siamo tutti connessi» – ha aggiunto – il bene del Nord dipende dal sud, siamo tutti interconnessi. Il 20esimo secolo è stato il secolo delle guerre, il 21/mo quello della lungimiranza e del dialogo».
«Qui in Sicilia – ha continuato la guida spirituale del Tibet – state praticando la compassione per gli altri, state accogliendo i migranti. Vi prendete cura di loro e vi ringrazio per questo». «Nel mondo ci sono tanti individui che praticano l’altruismo e anche qui, – ha aggiunto – dalla Sicilia credo che dovrebbe partire un coordinamento mirato a ricostruire le distruzioni dei luoghi da cui arrivano i migranti». «Noi dobbiamo accogliere migranti, pensare di pacificare, e pensare alla ricostruzione. Noi Tibetani, abbiamo trovato rifugio – ha detto – in una nazione democratica. Penso penso che gli individui, i gruppi, le organizzazioni possono aiutare gli altri e se ci fosse un coordinamento questo può essere molto efficace».
«La felicità è qualcosa che viene sviluppata da dentro, attraverso i nostri pensieri. Io da tempo promuovo di inserire nell’odierno sistema istruzione di sviluppare amore e compassione basati sull’esperienza comune». «Paura e sfiducia provocano grandi problemi. – ha aggiunto – Chi si rivolge a noi con rabbia provoca malessere nell’altra. Rabbia e paura a livello fisico fanno male, lo dicono anche i dottori. Noi dovremmo inserire questi valori. Siamo tutti nati da una madre, grazie all’effetto siamo cresciuti e quello l’affetto di una madre è il seme della compassione». «Da una decina d’anni a questa parte abbiamo condotto degli studi – ha concluso – abbiamo un brogliaccio di un curriculum sviluppato anche con università di Atlanta e istituti indiani». COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA