Bagheria, banda di rapinatori in manette, tra le vittime c’erano anche i congiunti

Di Redazione / 05 Novembre 2016

La Polizia di Bagheria ha sgominato una banda che era dedita alle rapine nel territorio del grosso centro del Palermitano. Gli agenti hanno eseguito un’ordinanza firmata dal gip del Tribunale di Termini Imerese su richiesta del sostituto procuratore Giovanni Antoci, nei confronti di otto pregiudicati palermitani, ritenuti a vario titolo responsabili dei reati di rapina aggravata, porto illegale di armi e furto. In carcere sono finiti Salvatore Borgognone di 21 anni di Brancaccio; Filippo Bruno di 26 anni di Brancaccio, Vincenzo Di Pasquale di 34 anni di Misilmeri, Francesco Costanzo di 25 anni di Bagheria, Renato Randazzo di 55 anni della Zisa. Obbligo di dimore nel comune di residenza e obbligo di presentazione alla Pg per un 24enne e per un 31enne.

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Le indagini, condotte dagli agenti della Squadra Investigativa del Commissariato didi Bagheria, hanno consentito di ricostruire diversi episodi di rapine e tentate rapine ai danni di esercizi commerciali, alcune anche particolarmente violente e remunerative, e commesse tra marzo 2015 e gennaio 2016.

Nella disponibilità del gruppo criminale vi erano armi e targhe rubate da utilizzare per il compimento delle azioni delittuose.

L’inchiesta è partita dopo una rapina ad un imprenditore bagherese aggredito nell’androne di casa poco dopo la chiusura del proprio negozio. I banditi avevano seguito la vittima dall’esercizio commerciale sino all’interno del portone di casa, quando, travisati e con armi in pugno sono entrati in azione facendosi consegnare l’incasso e gli oggetti di valore. Dai racconti dell’uomo ed a seguito di complesse e laboriose indagini, gli agenti sono riusciti a risalire al mandante della rapina, ovvero Francesco Costanzo, un congiunto della vittima. Proprio a seguito di una ricostruzione certosina del circuito relazionale del giovane, i poliziotti hanno scoperto una fitta rete di contatti tra il Costanzo ed alcuni malviventi palermitani. Gli agenti hanno scoperto, tramite complesse e tecnologiche indagini, visionando immagini di videosorveglianza nonché attività di appostamento e pedinamento, che i malviventi avevano deciso di portare a segno delle rapine sempre più cruente e “fruttuose”. Il 30 novembre 2015, infatti, poco dopo le ore 09:30, quattro malviventi due dei quali armati di pistola, sopraggiunti a bordo di due scooter di grossa cilindrata, avevano rapinato un distributore di carburante a Misilmeri e il bottino era stato di 3 mila euro. Subito dopo i quattro si erano dileguati, facendo perdere le loro tracce. Gli stessi poco prima avevano tentato un’altra rapina, sempre a Misilmeri, in danno di una stazione di servizio ma in quella circostanza, gli addetti al distributore avevano intuito le intenzioni dei malviventi i quali sono fuggiti per evitare che gli impiegati chiamassero la Polizia.

Gli investigatori hanno tracciato un profilo dei criminali dopo aver visionato le immagini che li immortalavano e grazie alle attività di appostamento e pedinamento hanno appurato che alcuni di essi indossavano capi d’abbigliamento utilizzati dagli autori dell’evento criminoso. Tali elementi hanno fatto si che si chiudesse il cerchio intorno agli arrestati, le perquisizioni effettuate successivamente presso il loro domicilio hanno inoltre permesso di rinvenire proprio i capi d’abbigliamento indossati dai rapinatori e ripresi dai sistemi di videosorveglianza.

Svolta fondamentale per l’indagine è stata la rapina dello scorso 5 gennaio all’istituto di credito Toniolo di Marsala, sventata proprio dagli agenti del Commissariato P.S. di “Bagheria” e della Squadra Mobile di Trapani: in quell’occasione erano stati fermati proprio due degli odierni arrestati, ovvero Borgognone e Filippo Bruno, il figlio di Natale Bruno, ritenuto ai vertici della “famiglia” di “Brancaccio” e arrestato nel 2014.

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Tag: bagheria boss brancaccio rapinatori