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Attacco alla stampa, flash mob a Palermo in difesa di libertà e democrazia

Di Redazione |

PALERMO – Si è svolta anche a Palermo, di fronte il teatro Massimo, la manifestazione organizzata da Federazione nazionale della Stampa italiana e dalle Associazioni Regionali di Stampa. Dietro lo striscione «Libertà di stampa uguale democrazia» si sono sistemati un centinaio di giornalisti che hanno manifestato «per difendere la libertà di stampa e contrastare la deriva di un linguaggio della politica fatto di insulti e minacce a chi ogni giorno svolge il proprio dovere di informare i cittadini. Attacchi a una categoria di professionisti, ma soprattutto all’articolo 21 della Costituzione e ai valori fondamentali della democrazia, che mettono a rischio il diritto ad essere informati». Al flash mob hanno partecipato anche il presidente dell’Ordine dei giornalisti della Sicilia, Giulio Francese, sindacalisti ed esponenti politici. «Senza buon giornalismo ci sarebbero solo mezze verità. A qualcuno forse farebbero comodo: a noi no. Per questo partecipo al presidio promosso a Palermo dalla Federazione della Stampa, come giornalista e come presidente della Commissione regionale antimafia», ha detto Claudio Fava.

«Il lavoro e la libertà dei giornalisti – ha aggiunto – sono un bene prezioso che in più occasioni ha favorito la scoperta di verità, anche scomode. L’attacco volgare che subisce oggi l’intera categoria colpisce i tanti che, spesso in solitudine e con gravi rischi, offrono un insostituibile servizio pubblico che la politica dovrebbe valorizzare e non liquidare con frasi ed affermazioni ingiuriose». Il segretario dell’Assostampa siciliana Roberto Ginex ha detto: «Siamo qui per sottolineare un attacco indiscriminato ai giornalisti che si evolve in un attacco alla libertà di stampa quando un vicepremier e ministro annuncia nuove norme sull’editoria. Una forma di “terrorismo psicologico” in un periodo in cui il comparto dell’editoria è in sofferenza e di conseguenza lo sono i giornalisti che si sforzano di fare al meglio il proprio mestiere con risorse spesso scarsissime. Non è accettabile che un leader politico con epiteti volgari insulti la categoria e non è accettabile che uno dei guru di un movimento politico al governo, dalla sua postazione vacanziera, insulti con parole altrettanto volgari i professionisti dell’informazione. Siamo la patria del Diritto. Se un cittadino si sente diffamato, ingiuriato, calunniato da una testa giornalistica può usare le armi a disposizione di tutti: rivolgersi alla magistratura». In mattinata si è svolto anche il presidio indetto dall’Unci, in piazza XIII Vittime, cui ha partecipato il sindaco di Palermo Leoluca Orlando.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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