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Atenei siciliani 10mila studenti già “recuperati” per effetto del Covid e aiuti regionali

Di Giuseppe Bianca |

Palermo – La mappa delle scelte e dei riposizionamenti dei giovani universitari siciliani ai tempi del Coronavirus è tutta da ricostruire, ma lo scenario delle tendenze è invece sufficientemente delineato. Gli orientamenti infatti che vengono fuori dai comportamenti medi della popolazione universitaria siciliana (156mila studenti) degli ultimi 5 anni non sono al ribasso, ma oggi risultano particolarmente condizionate dagli effetti della pandemia.

Del totale della popolazione universitaria, infatti, 104mila fanno parte della batteria dell’Isola e studiano negli atenei siciliani, 52mila invece ogni anno lasciano la Sicilia. Quasi la metà di questo ulteriore sottoinsieme individuato, posizionato in fascia più alta di possibilità economiche, cerca un’offerta formativa di qualità, l’altra metà, a parità di minore motivazione e condizioni economiche meno brillanti, parte ugualmente per le mete più ambite al nord, ma centra meno il bersaglio. Da questa premessa è ipotizzabile ricavare un dato per il quale quest’anno potrebbero restare in Sicilia almeno 10mila studenti che senza Covid avrebbero certamente lasciato l’Isola. Una base su cui lavorare in termini di fidelizzazione per il futuro. Giuseppe Di Miceli, presidente dell’Ersu di Palermo è convinto infatti che una parte degli studenti che resteranno in Sicilia finiranno col mantenere il proprio baricentro anche nei prossimi anni nell’Isola: «È ipotizzabile che gli immatricolati del primo anno, che equivalgono a un quinto del totale, in queste condizioni preferiranno rimanere nelle rispettive città» e aggiunge poi «anche le grandi università del nord per i primi sei mesi si stanno organizzando con lezioni a distanza e video conferenze».

Tra gli studenti che resteranno in Sicilia e continueranno a frequentare a distanza le università del nord, quelli che rientreranno, convertendosi alle scommesse degli Atenei siciliani cogliendo la palla al balzo dei contributi della Regione e chi tornerà in fuori presentandosi ai blocchi di partenza del nuovo anno accademico come se nulla fosse, la fisionomia appare un’evoluzione densa di fattori variabili, destinata a uno sviluppo condizionato anche dall’incertezza in prospettiva che caratterizza i giorni del Covid nel Paese. Le situazioni di didattica infatti saranno valutati caso per caso, specie in presenza di eventuali focolai o numero elevato di positivi, mentre appare certa la riduzione della capienza del 50% dei locali destinati a ospitare le lezioni. Insomma le metodologie e i campi di intervento saranno costretti a reinventarsi. A fare la differenza, è non è una piacevole novità, sarà la possibilità economica che allargherà il solco tra chi può e chi non può permettersi soluzioni costose.

Il tesoretto che la Regione ha previsto per le università siciliane, iversità siciliane, oltre ai finanziamenti ordinari, ammonta a 15 milioni di euro. La suddivisione prevede 4 milioni di euro per rientro da altre università, 5 milioni di euro di extra budget per i fuori sede e 6 milioni di euro di borse di studio: «Non è ragionevole pensare che l’intera platea dei fuori sede, rientri in Sicilia, nonostante il Covid» analizza realisticamente l’assessore all’Istruzione e alla Formazione professionale Roberto Lagalla che si dice altrettanto certo del fatto che «una parte di questi studenti tornerà a casa». Per loro ci sarà una dotazione finalizzata e specifica che contribuirà adeguatamente alla loro ripartenze negli studi in Sicilia». Due milioni di euro invece arriveranno alle università siciliana per acquisizione di beni e servizi o miglioramenti strutturali per la messa in sicurezza. Risorse ‘ad hoc’: «Soldi che si aggiungono alle risorse previste per l’anno di riferimento agli Ersu – chiarisce l’assessore – la straordinarietà del momento difficile dei ragazzi chiamati a studiare in condizione disagevoli meritava un’attenzione supplementare mirata».

Una dotazione, quella economica per i fuori sede che oltre ai 7 milioni di euro messi in campo dalla Finanziaria regionale si arricchisce di ulteriori risorse; 5 milioni di euro per borse di studio aggiuntive e 3 milioni di euro per i dottorati di ricerca. Gli elenchi dei beneficiari della Formazione erano pronti a maggio, ma le risorse economiche da liberare hanno reso più lungo il percorso da completare. Adesso il quadro è operativo e a rimodulazione dei fondi completata immetterà nel circuito della liquidità dei contributi soldi importanti per compensare gap e squilibri sociali.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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