Audizione
Ast, Armao sentito da Antimafia: «Dalle carte emerge un verminaio inaccettabile»
L'assessore regionale all'Economia ha dichiarato che ci sono in corso valutazioni sul vice presidente e sul direttore generale dell' Azienda
Su Eusebio D’Alì e Giovanni Amico, attuali vice presidente e direttore generale dell’Ast, è in corso una valutazione da parte degli uffici della Regione che stanno esaminando le loro posizioni nell’ambito dell’ordinanza del gip che ha portato nei giorni scorsi all’arresto dell’ex dg Andrea Ugo Fiduccia e ad altri 15 indagati. E’ quanto emerge dall’audizione in commissione Antimafia dell’Ars che per quasi un’ora e trenta minuti ha ascoltato l’assessore regionale all’Economia, Gaetano Armao.
Amico risulta indagato, mentre il nome di D’Alì compare in diverse intercettazioni. Armao ha comunicato l’avvio dell’istruttoria negli uffici di via Notarbartolo rispondendo alle domande del presidente dell’Antimafia Claudio Fava e della commissaria Roberta Schillaci. "Ho scritto al Ragioniere generale della Regione di fare le verifiche alla luce dell’ordinanza del gip, dopodiché saranno assunte le determinazioni senza aspettare la magistratura", ha detto Armao. A studiare le carte saranno i funzionari del servizio partecipate, acquisita la relazione l’assessore Armao avanzerà la sua proposta al presidente della Regione, socio unico di Ast. «Le strade sono due – ha aggiunto Armao incalzato dall’Antimafia – soprassedere oppure procedere alla revoca delle nomine». Sull'inchiesta l’assessore si è espresso in modo netto: "Dall’ordinanza emerge un verminaio assolutamente inaccettabile".
Armao ha escluso che qualcuno tra il personale del suo assessorato abbia suggerito all’ex management dell’Ast l’assunzione di persone attraverso l’agenzia interinale coinvolta nell’inchiesta della Guardia di finanza. E definendo «un verminaio inaccettabile» le intercettazioni contenute nell’ordinanza del gip, l'assessore ha annunciato che la Regione si costituirà parte civile nel processo all’ex management. Riguardo all'audizione, in particolare Fava ha chiesto se i dialoghi intercettati nei quali si parla di segnalazioni di persone da assumere all’Ast fatte negli assessorati si riferiscano all’Economia, che ha un ruolo di vigilanza economico-finanziaria sull'Ast: «Conosco l’onestà del mio Dipartimento, non mi risulta e lo escludo», ha risposto Armao che ha ricostruito alcuni passaggi nel rapporto con l’ex presidente dell’Ast Gaetano Tafuri, indagato.
L’Antimafia ha chiesto più volte come mai il governo Musumeci non abbia revocato l’incarico al vecchio Cda già due anni fa quando con una interrogazione il deputato del M5s Luigi Sunseri aveva segnalato le anomalie nelle assunzioni di persone all’Ast attraverso l’agenzia interinale e soprattutto dopo le ammissioni alla stampa dell’ex dg Ugo Fiduccia (arrestato nell’inchiesta) di avere suggerito all’agenzia interinale una quindicina di persone di Marineo (suo paese d’origine) ritenendole professionalmente all’altezza. Su questo punto, Armao ha sottolineato che quando «l'assessorato ha vistato comportamenti non lineari è intervenuto». E ha ricordato che quando il governo venne a sapere dell’iniziativa «Ali di Sicilia» con cui l’ex management dell’Ast voleva creare una compagnia aerea, l’ex presidente Tafuri fu convocato alla Presidenza della Regione nell’agosto del 2020. «Fu un incontro molto animato e serio su alcune questioni – ha affermato Armao – Contestammo alcuni comportamenti, come l’avvio di «Ali di Sicilia», ramo azienda che non rientrava nel piano industriale. Fu stoppata immediatamente. Musumeci disse a Tafuri: 'lei non ha la fiducia del governo, lei non è una persona per benè». Armao ha evidenziato di avere sempre «contestato il ricorso a società interinali e il ricorso ai facente funzioni» ruolo ricoperto dall’ex dg Fiduccia. «Il tema è stato affrontato – ha ricordato – la riposta era che senza gli interinali non si potevano fare partire i pullman perché non c'era possibilità di ricambio generazionale. Avevo detto purché gli autisti non diventassero amministrativi, questo mi fu escluso; prima dei provvedimenti dell’autorità giudiziaria abbiamo sostituito il Cda e abbiamo deliberato in giunta regionale la norma che consente il turnover senza il ricorso agli interinali, formula appropriata per le imprese private ma non per una società pubblica». Durante l’audizione, è emerso che la commissaria Schillaci ha chiesto al presidente dell’Antimafia di inviare il resoconto delle dichiarazioni rese dal Ragioniere generale Ignazio Tozzo alla Corte dei Conti per un’ipotesi di danno erariale in merito alla «scomparsa» di una somma di denaro dell’Ast – circa 350 mila euro – dalle sedi periferiche dell’Azienda e a proposito degli emolumenti incassati dall’ex dirigente Fiduccia che era in età pensionabile e di eventuali anomalie legate all’assunzione attraverso l’agenzia interinale di autisti che in realtà avrebbero poi svolto ruoli amministrativi. COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA