CATANIA – «Quando nel febbraio del 2017, come presidente di Riscossione Sicilia, denunciai in Commissione parlamentare nazionale antimafia l’intreccio tra massoneria deviata poteri criminali e referenti regionali, fui accolto da un gelo velenoso, da molti silenzi e da una minaccia di vendetta che puntualmente fu attuata con il mio licenziamento nell’agosto dello stesso anno». Lo afferma Antonio Fiumefreddo, sull’operazione «Artemisia» su una loggia segreta a Castelvetrano.
«Oggi il procuratore Morvillo – aggiunge l’ex presidente di Riscossione Sicilia – con la sua indagine, riscontra ulteriormente quale sia il livello del patto criminale in Sicilia. Bene, anzi benissimo. Ma ho motivo di ritenere e di ribadire che quel patto ha i suoi referenti e consumi i suoi sporchi affari anche a Catania».