Quattro ore di ritardo nel volo diretto da Venezia con destinazione iniziale Catania, ma poi atterrato a Comiso nel Ragusano. Nello scalo «c’era una sola navetta per il capoluogo etneo per 40 persone», «nessuna assistenza a terra» e sul «bus di linea che non ci hanno fatto salire perché eravamo senza contanti e non avevano il pos per il bancomat». Così due studentesse siciliane, Sara e Fabiana, che vivono a Enna, ma frequentano l’università a Padova, ricostruiscono il loro rientro a casa dal Veneto.
Spiegano che il nervosismo era già iniziato a bordo dell’aereo a Venezia, che era in ritardo. «A un certo punto – ricostruiscono – è caduta qualcosa da una cappelliera, forse un trolley, in testa a un passeggero, ed è nata una lite, che ha portato all’intervento della polizia a bordo. Quando siamo atterrati a Comiso abbiamo trovato confusione e disorganizzazione».
Ad attendere i passeggeri, spiegano, c’era «solo una navetta per Catania». «Con noi sul volo – aggiungono – c’era una famiglia straniera: marito, moglie e i loro tre figli piccoli. Abbiamo chiesto di fare partire prima loro, ma senza successo. Li hanno lasciati a terra come noi».
Poi la corsa al bus di linea Comiso-Catania. «E troviamo un’altra sorpresa – sottolineano Sara e Fabiana – non c’era il pos a bordo e noi senza contanti non abbiamo potuto pagare con il bancomat. L’autista non ci ha fatte saliere nonostante gli avessimo assicurato che a Catania c’erano dei nostri familiari ad attenderci e che avrebbero pagato loro il biglietto. Ha lasciato due ventenni sole di notte per strada. Per fortuna che il pullman successivo aveva il pos….».