Ammonta ad una differenza mensile di pensione di 180 euro mensili, pari al 10,2% dell’assegno complessivo, la “perdita” per una lavoratrice che perfezionerà quota 103 con 41 anni di contribuzione e 62 anni di età nel prossimo anno. Con la prossima legge di Bilancio già in vigore e con decorrenza dell’assegno di pensione trascorsi 7 mesi dal perfezionamento del requisito al primo ottobre 2024, infatti, e considerando che il requisito di età contributi è raggiunto a febbraio 2024 il mancato guadagno lordo su una attesa di vita media delle donne di 84,8 anni ammonta a 51.480 euro.
Lo calcola la Cgil considerando una retribuzione lorda di 25.000 euro lordi. Nel caso di pensione «quota 103» calcolata con ricalcolo contributivo è di 1.570 euro lorde, mentre la «quota 103» con calcolo misto sarebbe di 1.750 euro lorde.
Se si ipotizza una carriera con progressioni stipendiale, e come ultime retribuzioni 50.000 euro per un lavoratore – Ezio Cigna responsabile Politiche previdenziali della CGIL nazionale – la pensione «quota 103» calcolata con il ricalcolo contributivo sarà di 2.273,77 euro lordi mentre con calcolo misto sarebbe stata di 2.749,12 euro lorde, con una differenza mensile quantificata dalla Cgil in 475,35 euro.
Il lavoratore che perfezionerà quota 103 con 41 anni di contribuzione e 62 anni di età nel 2024 sempre con decorrenza dell’assegno trascorsi 7 mesi dal perfezionamento del requisito al 01.10.2024, considerando che il requisito è perfezionato a febbraio 2024 e figurano circa 13 anni nel sistema retributivo il calcolo del mancato guadagno lordo su un’attesa di vita media degli uomini di 80,5 anni (calcolando quindi 475,35 per 13 per 18anni) è di 111.231 euro.