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Strage via D’Amelio, gli allarmi dell’Antimafia: «Attenzione su Pnrr e beni confiscati»

Gli interventi della presidente nazionale Chiara Colosimo e del suo omologo regionale Antonello Cracolici

Di Redazione |

«Sono passati 32 anni da quel drammatico giorno che ha cambiato per sempre la storia della nostra Nazione. Paolo, Emanuela, Vincenzo, Walter, Agostino e Claudio persero perché credevano nello Stato e nel loro lavoro». Così la presidente della Commissione Antimafia, Chiara Colosimo, ricordando la strage di via D’Amelio di cui oggi ricorre il 32esimo anniversario.

«Il coraggio dimostrato da questi eroi spinge ogni giorno la Commissione Antimafia, che ho l’onore di presiedere, a cercare quelle verità per troppo tempo negate e disattese – ha detto – Lo dobbiamo a tutti gli uomini e le donne che hanno perso la vita nella lotta alla mafia; e lo dobbiamo a tutti quelli che non si sono piegati al “puzzo del compromesso morale“. Oggi, più che mai, abbiamo bisogno di quel “fresco profumo di libertà” che Paolo sognava».

«Probabilmente già nelle prossime settimane faremo delle nuove audizioni. Certamente, vorrei che anche i familiari dei ragazzi delle scorte venissero in commissione perché la relazione finale deve dare all’Italia un quadro completo e la storia che sin qui non si è potuta scrivere».

Colosimo ha concluso: «L’allarme sull’utilizzo dei fondi del Pnrr e, più in generale, sull’infiltrazione mafiosa all’interno degli appalti risale a un discorso di Falcone al castello Utveggio del 1991. Senza dubbio l’attenzione va tenuta alta, la commissione parlamentare sta facendo la sua parte, ha insediato un comitato che si occupa solo di questo e certamente non avrà paura di proporre delle modifiche se necessario».

Il presidente della commissione Antimafia all’Ars

«I beni confiscati sono la metafora della capacità dello Stato non solo di sottrarre patrimoni ai mafiosi ma di restituirli alla collettività, per questo abbiamo pensato nel giorno del ricordo di Paolo Borsellino e dei suoi agenti di scorta a una riflessione su questo tema. Qualche passo avanti nella gestione è stato fatto, ma dobbiamo superare lentezze e burocrazia che stanno devastando la credibilità delle nostre istituzioni». Così il presidente della commissione Antimafia all’Ars, Antonello Cracolici.

Cracolici ha parlato alla prima iniziativa congiunta con la commissione nazionale antimafia intitolata «Beni confiscati: dalla sottrazione alle mafie alla restituzione alla società. L’impegno del Pd nell’anniversario della strage di via D’Amelio», organizzata a Palermo con Anthony Barbagallo, segretario regionale Pd Sicilia e segretario della commissione nazionale Antimafia. Con loro, all’oratorio di sant’Elena e Costantino, c’erano anche Giovanni Burtone e Fabio Venezia, componenti della commissione regionale antimafia, Enza Rando, responsabile Legalità della segreteria nazionale Pd, Peppe Provenzano, componente della commissione nazionale Antimafia, Walter Verini, capogruppo Pd in commissione nazionale antimafia.

«La Sicilia da sola ha il 40 per cento dei beni confiscati di tutta Italia, la loro gestione deve essere più prossima ai territori – ha aggiunto Cracolici – Ad esempio, per quanto riguarda la Sicilia non si può accettare che a gestire i suoi beni sia un’agenzia che ha sede a Reggio Calabria. Se poi manca un processo trasparente da parte dello Stato si creano polemiche e opacità nella gestione. Inoltre, non esiste ancora una piattaforma digitale per individuare in modo trasparente i beni e procedere alla loro assegnazione. In un momento come quello attuale, nel quale la tensione civile è più bassa, c’è un tentativo di cancellare gli strumenti di prevenzione e confisca, per questo è importante tenere alta la vigilanza civile, che non può essere circoscritta alle ricorrenze».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA