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Sicilia, i fondi regionali per lo spettacolo e le intercettazioni che fotografavano il sistema: «Per il carnevale fattura 1.000 in più»

Di Mario Barresi - Luisa Santangelo |

All’onorevole Carlo Auteri non piace parlare al telefono. Però le cimici, quel 28 febbraio 2013, sono dentro l’auto su cui viaggiava con l’amico e socio Mario Fraello. «Ora arrivano i bonifici all’Abc cinema, tutto qua è il gioco. Devono arrivare dal Comune di Priolo e dal Comune di Melilli […] vanno a confluire tutte all’Abc». «Ma glieli giri tu i bonifici che fa l’associazione?», domanda Fraello. «L’Abc mi fa a me la fattura e io gli do i soldi […] Ci sono 28mila euro che devono entrare, ci sono diecimila euro di guadagno per il Carnevale… Ho diecimila euro tondi tondi».

C’è una vecchia inchiesta della procura di Siracusa – a cui venne dato il nome, piuttosto evocativo, di “Qualunquemente” – nei cui polverosi faldoni si nascondono le intercettazioni, insieme con quelle di molti politici della provincia aretusea, anche dell’impresario della cultura futuro deputato regionale di Fratelli d’Italia. Assolto dall’accusa di truffa aggravata, è bene precisarlo, sui fondi del carnevale 2013 a Priolo. Ma nelle sue conversazioni si spiegano i meccanismi di un settore su cui adesso sono puntati gli occhi della politica. Undici anni dopo che la magistratura ci aveva messo, invece, le orecchie.

«Tu devi fare una fattura di 4.800 euro per il carnevale di Melilli… Di Priolo. Vedi che noi ti stiamo pagando 3.800 euro, ma la fattura la devi fare di 4.800, poi facciamo l’operazione», dice invece Auteri, a marzo 2013, al titolare di una società di “service”, a cui poco prima aveva chiesto «un assegno di mille euro, poi ti spiego il motivo». Secondo gli investigatori, la fattura gonfiata avrebbe permesso di restituire la somma prestata. Le richieste di spiegazioni al telefono dell’imprenditore, però, avrebbero spazientito il politico manager di teatro, spingendolo a sfogarsi con Fraello: «Come può essere così?», diceva. E poi sbottava: «Sucaminchia di Eva… ‘u pacchiu ri ta’ nanna».

«Sono stato assolto», puntualizza Auteri. È vero per una delle due accuse, non per l’altra: è stato condannato a un anno e due mesi per voto di scambio, reato ormai prescritto. «Ma io ho rinunciato alla prescrizione. Abbiamo dimostrato – rivendica il deputato regionale di FdI – che la persona coinvolta nel presunto voto di scambio non è mai stata residente nel comune in cui avrebbe dovuto votare. Confido in un’assoluzione piena in Appello, ad aprile».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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