Una mattinata diversa oggi in redazione a La Sicilia con l’arrivo di Alberta Santuccio la regina di spade d’oro ai Giochi di Parigi. La schermitrice catanese accompagnata dalla mamma Pina ha regalato momenti magici durante un intenso incontro che l’ha vista splendida protagonista spaziare dalle imprese sportive a quelle personali e sempre con un sorriso solare e la grinta, la stessa che a Parigi ha gelato gli 8.000 francesi presenti sugli spalti del Grand Palais con la stoccata vincente alla priorità nella finale a squadre che ha dato l’oro all’Italspada battendo le padrone di casa.
A Parigi in pedana per l’oro Alberta era andata con l’altra catanese Rossella Fiamingo (alla sua quarta Olimpiade e al terzo podio dopo l’argento individuale di Rio 2016 e il bronzo a squadre di Tokyo 2021); Mara Navarria e Giulia Rizzi.
E dire che Alberta alla scherma è arrivata per caso visto che aveva cominciato con la danza e poi a 7 anni ha seguito le orme del fratello Giorgio prima al Cus Catania e poi è approdata al Club Scherma Acireale con il maestro Mimmo Patti il suo tecnico prima dell’approdo a Roma con Daniele Pantoni il tecnico delle Fiamme Oro, la sua società di appartenenza.
“Alla Polizia di Stato devo molto – sottolinea Alberta – e nel mio futuro dopo aver chiuso con l’agonismo non escludo di passare alla carriera in Polizia, anche se non mi dispiacerebbe diventare wedding planner e curare le aziende di famiglia».
Nel 2023 infatti Alberta Santuccio, classe 1994, aveva chiuso con una laurea con 110 e lode in Scienze e tecniche psicologiche e la promessa di matrimonio con l’anello ricevuto dal fidanzato Francesco Aragona (un passato da sciabolatore) con il quale il 12 ottobre si sposerà a Casa delle Terre Forti, un’antica casa siciliana, gestita dalla sua famiglia, nella splendida cornice di Aci Castello. E il 2024 non è stato come gli altri, da dottoressa e con questa promessa di matrimonio, dopo il doppio argento ai Mondiali di Milano 2023, a Parigi con la stoccata vincente alla priorità ha dato all’Italia questo storico oro.
«Non è stato facile nella bolgia del Grand Palais – racconta Alberta al direttore Antonello Piraneo e al condirettore Domenico Ciancio – ma il tifo contro mi ha caricato e poi sapevo che in tribuna a tifare per me c’era la mia famiglia papà Antonio, mamma Pina, mia nonna Rosalia di 86 anni e la famiglia del mio fidanzato e quando sono andata in pedana non ho avuto timori e ho messo la stoccata vincente”.
Alla collega Carmen Greco che le chiede chi sia il suo mito Alberta risponde candidamente: «Non ho miti». Poi Alberta ha ricevuto un libro della Dse che è stato firmato da tutti i presenti e ha dato appuntamento alla prossima impresa: “Tra quattro anni i Giochi di Los Angeles e come ha fatto Mara Navarria, magari potrei arrivarci da mamma e così un podio avrebbe un sapore tutto particolare”.
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