«Il cambio degli assessori? Se ne parlerà dopo ferragosto». Per una beffarda coincidenza del destino, quando lasicilia.it anticipa la conferma dell’interdizione di Luca Sammartino, il cronista consuma un (pessimo) caffè con un eurodeputato siciliano. E, mentre si parla delle scelte che dovrà fare Renato Schifani, arriva il verdetto da Catania. Il condizionale diventa futuro. Imminente. Altro che Roberta Metsola. A 1.800 chilometri di distanza, l’argomento principale dei siciliani presenti diventa l’accelerazione che ora avrà il “rimpastino” nella giunta regionale.
Del resto alla plenaria ci sono molti dei protagonisti – diretti o indiretti – di ciò che succederà a Palermo. A partire da due assessori uscenti: l’appena insediato Marco Falcone (che proprio ieri s’è dimesso dall’Ars, lasciando il seggio a Salvo Tomarchio, «ma non dalla giunta») ed Elena Pagana, a Strasburgo con figlio al seguito in veste di moglie dell’eurodeputato Ruggero Razza. Falcone non sembra indifferente alla svolta giudiziaria. Che potrebbe favorire la strategia del blitz di Schifani. All’Economia (sfumato l’ex presidente della Corte dei conti, Maurizio Graffeo) andrà un suo fedelissimo: Totò Sammartano, attuale capo di gabinetto ed ex dirigente regionale con un’esperienza da assessore provinciale a Palermo nella giunta Musotto. Una scelta che, accoppiata alla conferma di Edy Tamajo alle Attività produttive e di Giovanna Volo alla Salute (il sostituto naturale, Salvatore Iacolino, ha la strada sbarrata dalle quota rosa; complicato l’arrivo di Barbara Cittadini, leader Aiop, non del tutto tramontata l’ipotesi Daniela Faraoni, manager dell’Asp di Palermo), chiuderebbe la partita dentro Forza Italia. Con Falcone costretto a ingoiare il rospo dell’irrilevanza nella scelta del successore? «Marco farà l’inferno: la scelta dev’essere quanto meno condivisa», assicurano i suoi. Ma Schifani sembra orientato a ignorare i desiderata dell’ uscente, su tutti l’ex eurodeputato Giovanni La Via.
Anche per l’assessora meloniana il destino, per ragioni “politico-familiari”, sembra scontato: «Mi attengo alle indicazioni del partito», va ripetendo Pagana con serenità. Magari per lei si prospetterà un altro futuro ruolo in quota FdI, ma non subito. Al suo posto, al Territorio e ambiente andrà la deputata regionale Giusi Savarino. Nessun altro cambio: intoccabili Alessandro Aricò ed Elvira Amata, anche Francesco Scarpinato resterà ai Beni culturali. Vincendo, con la sponda nazionale della “corrente turistica”, tanto le perplessità di Schifani quanto il pressing di Salvo Pogliese per Massimiliano Giammusso, sindaco di Gravina, primo dei non eletti alle Europee.
Nella Lega prevale lo sgomento per il rigetto del ricorso di Sammartino. Che, a meno di ulteriori scossoni in Cassazione, non potrà tornare al suo posto. Dunque si pone subito il problema del suo successore all’Agricoltura. Il piano B, come rivelato da La Sicilia qualche tempo fa, è il super tecnico di fiducia dell’ex assessore: Salvatore Barbagallo, titolare di molti dossier delicati, dal piano idrico alla riforma dei Consorzi di bonifica. Già preside della facoltà di Agraria a Catania, il probabile prossimo assessore è il fratello maggiore di Roberto Barbagallo, sindaco di Acireale, legato al deputato forzista Nicola D’Agostino. Certo, l’indisponibilità di Sammartino rinfocola la minoranza siciliana del partito, che – come esplicitato dalla capogruppo all’Ars, Marianna Caronia – chiede un posto per Annalisa Tardino, presente a Strasburgo e da ieri ex eurodeputata. La linea di Sammartino è diversa: “blindare” Mimmo Turano alla Formazione e proporre Barbagallo all’Agricoltura, con l’avallo del commissario regionale Claudio Durigon. Il che, però, apre un doppio problema diplomatico per Schifani all’Ars: senza Falcone e Sammartino, entrambi sostituiti da tecnici, chi svolgerà il ruolo di “ministro dei rapporti con il parlamento”? Citofonare Cuffaro&Lombardo…