Qualità della vita: città siciliane sempre in coda e Catania perde 12 posizioni

Di Leonardo Zermo / 13 Dicembre 2021

Cinque capoluoghi della Sicilia su nove migliorano la propria posizione in classifica ma tutte le città dell’Isola sono ben lontane dai primi posti che vedono il podio 
con Trieste, Milano e Trento. Per arrivare alla prima città siciliana nella classifica sulla Qualità della vità pubblicata questa mattina da "Il Sole 24 ore" bisogna scorrere fino all’84esima posizione (su 107 capoluoghi di provincia in elenco) per leggere Agrigento che fa un balzo in avanti di 14 posti rispetto all’anno precedente. Seguono poi Ragusa (87esimo posto, +12), Enna (92esimo, +11) e poi Palermo (95 posto e – 6 rispetto all’anno scorso).

Nelle ultime dieci posizioni di classifica, poi, cinque posti sono occupati da città siciliane. Si tratta di Messina (97esimo, -6), Siracusa (98, +7), Catania (102, -12), Caltanissetta, (103, +3). Chiude la classifica delle città siciliane Trapani che si trova al terzultimo posto nazionale (prima di Foggia e Crotone) occupando il 105esimo posto e perdendo 4 posti rispetto all’anno precedente.  Ma la città che ha perso più posizioni nell'ultimo anno come si può notare è stata Catania, bn 12 posizioni in meno che la rendono una delle città più invivibili del Paese. In una cosa però la città eccelle: a lievllo nazionale è seconda in classifica per quoziente di natalità (nati vivi ogni mille abitanti) sebbene sia messa malissimo sul fronte di ricchezza e consumi. La città va poi malissimo nell'indicatore che misura giustizia e sicurezza e ancora peggio in ambiente e servizi per cittadini.

 

 

L’indagine, come ogni anno, scatta una fotografia del Paese attraverso 90 indicatori statistici su base provinciale divisi in sei ambiti: ricchezza e consumi, affari e lavoro, demografia società e salute, ambiente e servizi, cultura e tempo libero. Tra questi, ci sono 28 parametri aggiornati al 2021 (alcuni addirittura a settembre-ottobre scorso) e una decina di “indici sintetici” (cioè che a loro volta aggregano più parametri): quest’anno la storica indagine del Sole 24 Ore consente di focalizzare in particolare come sta andando la ripresa post pandemia – grazie ad un’analisi fatta su 20 dei 90 indicatori, per i quali è stata anche considerata la variazione rispetto all’anno precedente – e quali sono i divari territoriali, di genere e generazionali che ancora persistono, analizzati attraverso gli indici della 'Qualità della vità di bambini, giovani e anziani, che premiano le province con il miglior contesto di vita per fasce di età, e l'indice della 'Qualità della vità delle donne, presentato oggi per la prima volta, che misura la geografia dei divari di genere.  

La 32ª edizione dell’indagine sulla Qualità della vita nelle province italiane premia come detto Trieste, già salita negli ultimi due anni al quinto posto della graduatoria annuale; sul podio inoltre torna Milano, dopo la scivolata fuori dalla top ten nel 2020 per effetto del Covid, e Trento resta solida al terzo posto. Nello specifico l’indagine scatta una fotografia del Paese attraverso 90 indicatori statistici su base provinciale divisi in sei ambiti: ricchezza e consumi, affari e lavoro, demografia società e salute, ambiente e servizi, cultura e tempo libero. 

I risultati dell’indagine evidenziano che tra le prime dieci province, sette sono del Nord-Est: Bolzano (5ª), Pordenone (7ª), Verona (8ª) e Udine (9ª) che confermano la loro vivibilità e Treviso (10ª) è l’unica new entry, anche grazie al primato nella "Qualità della vita delle donne", l’indice presentato per la prima volta quest’anno per mettere al centro le tematiche di genere nella ripresa post-pandemia. Confermate nella top ten anche Aosta (4ª) e Bologna (6ª). Il capoluogo emiliano, in testa nell’edizione 2020, scende di qualche posizione ma conquista il primo posto in "Demografia, società e salute" soprattutto grazie agli elevati livelli di istruzione della popolazione.

Le province lombarde riconquistano tutte diverse posizioni rispetto allo scorso anno, ad eccezione di Sondrio. Nel 2020 la regione, più di altri territori, era stata particolarmente penalizzata dall’impatto dell’emergenza sanitaria, misurato ad esempio dal crollo del Pil pro capite in seguito al lockdown e dai dati sanitari (mortalità e contagi in primis). E oggi Milano torna in vetta nelle voci 'Ricchezza e consumì e 'Affari e lavorò, risultando prima, tra l’altro, per i prezzi delle case, la retribuzione media annua, l’incidenza di imprese che fanno e-commerce e la diffusione dei servizi bancari online. 

Il progressivo superamento della crisi pandemica, evidenzia ancora lo studio del Sole 24 Ore, rilancia altre città metropolitane: Roma sale dal 32° al 13° posto, Firenze dal 27° all’11°, Bari (71ª) guadagna una posizione, mentre Napoli (90ª) ne guadagna due. La Capitale, in particolare, entra nelle top ten della "Qualità della vita degli anziani", uno dei tre indici generazionali che debuttano quest’anno nell’indagine e si distingue per livelli di istruzione, edifici coperti da banda larga e patrimonio museale. I
 

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Pubblicato da:
Alfredo Zermo
Tag: qualità della vità sole24ore