Pozzallo, arrestati due scafisti

Di Redazione / 08 Agosto 2024

Nella giornata di lunedì scorso, agenti della Squadra Mobile di Ragusa diretta dal dottor Andrea Monaco hanno sottoposto a fermo di indiziato di delitto 2 cittadini stranieri di nazionalità egiziana, poiché gravemente indiziati del reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

 Nello specifico, i fermati sono stati riconosciuti come responsabili di aver condotto una imbarcazione  in vetroresina partita da Sirte in Libia, con a bordo 17 migranti di nazionalità bangladese e soccorsa  in mare aperto dalla Guardia Costiera  che, espletate le operazioni di soccorso, ha condotto i migranti a bordo della fatiscente e piccola imbarcazione presso il porto di Pozzallo.

Nello specifico la motovedetta della Guardia Costiera, dopo aver effettuato il soccorso dei migranti in mare aperto, attraccava presso il porto di Pozzallo nel pomeriggio di lunedì 5 agosto.

Dopo le preliminari operazioni sanitarie, si procedeva allo sbarco di tutti i migranti, che venivano trasferiti presso l’Hotspot di Pozzallo per le successive procedure di identificazione e fotosegnalamento.

La successiva e tempestiva attività di indagine condotta dal personale della Squadra Mobile di Ragusa, corroborata dalle dichiarazioni rese da due migranti sbarcati permetteva di individuare nei due cittadini stranieri di nazionalità egiziana i due scafisti che avevano condotto l’imbarcazione dalla partenza dalle coste libiche sino all’arrivo dei soccorsi.

Pertanto, in considerazione delle rilevanti risultanze investigative raccolte e dei gravi, precisi e concordanti indizi di reato nei confronti dei due uomini (rispettivamente di 27 e 21 anni) in relazione ai delitti di favoreggiamento in concorso dell’immigrazione clandestina e ingresso illegale nel territorio della Stato italiano, gli stessi venivano sottoposti a fermo di indiziato di delitto. Espletate le formalità di rito, i fermati venivano associati presso la casa circondariale di Ragusa a disposizione dell’autorità giudiziaria competente.

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Pubblicato da:
Giorgio Liuzzo