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Pfizer a Catania, il nuovo manager: «Tenuta dell’occupazione e un piano da 34 milioni»

Il nuovo manager per l’Italia del colosso della farmaceutica illustra i programmi della multinazionale per il sito di Pantano d’Arci

Di Giambattista Pepi |

La Pfizer investe a Catania e conferma la forza lavoro. La società biofarmaceutica statunitense, leader mondiale nella ricerca, sviluppo, produzione e commercializzazione di farmaci guarda avanti e manda un messaggio rassicurante alla città e alle sue maestranze ribadendo la strategicità dello stabilimento siciliano.

La Pfizer ha attuato il proprio piano industriale firmato nel 2022 con le parti sociali investendo complessivamente 34 milioni di euro nello stabilimento nel triennio 2022-24, molti di più rispetto ai 27 milioni previsti in un primo tempo. Segno inequivocabile che la società guarda al futuro e che l’occupazione dei 550 addetti è più che garantita. «Al momento non prevediamo cambiamenti particolari, oltre alle revisioni organizzative già preannunciate nei mesi scorsi», dice il nuovo Country President di Pfizer in Italia, Ozgur Yaziyurt, che succede alla manager finlandese Päivi Kerkola, che nei giorni scorsi ha lasciato la società dopo oltre 20 anni di carriera, di cui cinque alla guida proprio della filiale italiana, nel frattempo nominata presidente del Gruppo farmaceutico italo-americano (Iapg). «D’altro canto Pfizer – spiega Yaziyurt, 48 anni, laureato in Ingegneria industriale alla Middle East Technical University di Ankara, e già presidente della Upjohn Division e vice president di Pfizer Essential Health in Italia – gestisce una delle supply chain globali più sofisticate al mondo, producendo e distribuendo il suo vasto portafoglio di farmaci e vaccini in oltre 185 Paesi. Questa rete produttiva ha subito molte trasformazioni nella storia di 175 anni. Valutiamo regolarmente i processi produttivi – precisa il manager – per garantire che la capacità sia conforme al nostro portafoglio di farmaci in sviluppo, alle innovazioni, alla domanda prevista dei prodotti e alle esigenze dei pazienti. Oltre al nostro impegno per l’ottimizzazione dei costi, continueremo anche a investire strategicamente nella nostra rete e nelle infrastrutture che ci aiuteranno a raggiungere i nostri obiettivi», assicura Yaziyurt. «E gli investimenti effettuati a Catania rientrano nel nostro piano industriale e guardano al futuro».

È la conferma, se ce ne fosse stato ancora bisogno, che Pfizer non solo non lascia Catania, ma ne rafforza il presidio, guardando a prospettive ancora rosee visto che questa fabbrica ha radici consolidate e una lunga storia a Catania. Proprio qui da anni vengono prodotti antibiotici parentali di prima linea per uso ospedaliero, penicillinici (tetracicline), in fiale liquide e in preparati iniettabili, nonché antibiotici parentali non penicillinici.Lo stabilimento ha una superficie di 113.300 metri quadrati, di cui circa 27.400 coperti e dedicati interamente alla produzione farmaceutica di antibiotici parenterali di prima linea per uso ospedaliero, penicillinici e non penicillinici. Oltre 14 milioni di farmaci iniettabili vengono prodotti all’anno servendo oltre 100 mercati nel mondo.

Nel documento redatto da Ambrosetti a fine 2024 (“Il valore di Pfizer per l’Italia”) nello stabilimento etneo lavora un quarto dell’intera forza lavoro della compagnia che in Italia ha un altro sito produttivo ad Ascoli, un centro ricerca clinica e farmacovigilanza a Milano e la sede centrale di Roma. In Italia Pfizer è presente dal 1955, fattura oltre un miliardo di euro ed ha un organico complessivo di 2.000 dipendenti. Nel quadriennio 2020-2023 la multinazionale ha investito in Italia 350 milioni di euro e acquistato beni e servizi per 291 milioni di euro.Non solo farmaci, lo stabilimento di Catania ha messo a segno performance ambientali di tutto rispetto. Dispone di un impianto fotovoltaico con 998 KW p di potenza installata e il 58% della gestione rifiuti destinato a riciclo o recupero energetico.Cumulativamente insieme con quello di Ascoli Piceno, i due siti Pfizer hanno migliori performance della media degli altri siti di aziende farmaceutiche in Italia in diversi ambiti della sostenibilità: inferiori consumi idrici, inferiori consumi energetici, emissioni di CO2 più basse. «Di questi risultati siamo molto orgogliosi – aggiunge Yaziyurt – Noi restiamo impegnati a continuare a garantire elevati standard ambientali in tutti i nostri stabilimenti».

Lo stabilimento catanese vanta una storia esemplare cominciata nel 1959. Quando il catanese Franz Gorgone fondò la Cyanamid Italia, parte integrante dell’omonima azienda americana, che produceva farmaci con il marchio Lederle. Poi nel 1995 il sito fu acquisito dalla Wyeth per passare nel 2009 alla Pfizer per 68 milioni di dollari che l’ha innovato sul piano della tecnologia produttiva. Oltre a quelli portati a termine a Catania, sono in programma investimenti in altri stabilimenti non soltanto in Italia e una riorganizzazione complessiva che prevede la costituzione di sei hub distribuiti tra Europa, Asia e America.Il sito Pfizer è specializzato nella produzione di farmaci penicillinici e non penicillinici: si tratta di iniettabili sterili che esigono l’utilizzo di specifiche camere in grado di garantire non solo una perfetta igiene, ma la sterilizzazione dei luoghi dove il farmaco viene allestito, nonché di prodotti per la salute degli animali. Attualmente è uno dei poli produttivi d’eccellenza nel panorama farmaceutico globale. Con un volume di produzione registrato di circa 30 milioni di confezioni è identificato come il fornitore a livello mondiale di antibiotici iniettabili, penicillinici e non penicillinici, ed è entrato a far parte della rete di produzione di farmaci generici a livello globale. L’azienda Pfizer è una tra le più antiche al mondo. Nacque a New York nel 1849 quando i cugini Charles Pfizer e Charles Erhardt, di origini tedesche, iniziarono il commercio di prodotti chimici con la creazione della Charles Pfizer and Company. Oggi vanta 36 stabilimenti e occupa 83mila dipendenti. Pfizer ha chiuso il 2024 con ricavi per 63,6 miliardi di dollari, in aumento di 4,1 miliardi (+7%), rispetto al 2023, riflettendo un aumento operativo di 4,4 miliardi parzialmente compensato da un impatto sfavorevole del cambio di valuta di 349 milioni di dollari (circa l’1%).COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA