Contenuto riservato ai membri
IL CASO NEL CATANESE
Paternò, tra i tiktoker di un evento c’è la figlia di un boss: ma il Comune se ne tira fuori
Un manifesto annunciava la presenza di Lidia Arena alla Fiera dei Morti. Attacco di FdI contro l'assessore Comis
Giallo a Paternò sull’annunciata presenza, ieri, di alcuni tiktoker catanesi, per la “Fiera dei Morti” alla villa comunale. Un manifesto con tanto di loghi del Comune e dell’associazione “Free Time”, dava come “ospiti d’eccezione”, Dario e Lidia, Irene e Giampiero, Rocco Lanza. Nomi che dicono poco e che vantano qualche migliaio di followers su Tik Tok. Ma non è questo che ha determinato il caos, quanto il fatto che una di loro non è proprio una sconosciuta, almeno per le forze dell’ordine.
Lidia Arena, è infatti la figlia del boss catanese Giovanni Arena, condannato a due ergastoli e oggi rinchiuso al 41bis a L’Aquila, sfuggito per 18 anni alla cattura delle forze dell’ordine e inserito nell’elenco dei 30 latitanti più pericolosi d’Italia.
È stata la stessa Lidia Arena, qualche giorno fa, a raccontare su Tik Tok, l’arresto del padre, avvenuto nel 2011, definito dalla donna “il suo eroe”. Anche Lidia, oggi 37enne, in passato è stata arrestata. Nelle sue parole il rammarico per l’assenza del padre e mai una parola di condanna nei confronti della criminalità organizzata e del passato da mafioso di suo padre.
Una presenza giudicata sbagliata dal partito di Fratelli d’Italia che ha diramato una nota: «Tutto è stato predisposto dall’Amministrazione che ha coinvolto un’unica associazione, molto vicina all’Assessore alle attività produttive, Turi Comis. Ma anche volendo indugiare in merito all’opportunità di fare organizzare l’evento da quest’associazione, non si può soprassedere sui contenuti della manifestazione stessa.
È emerso, dal manifesto pubblicato riportante il logo del Comune di Paternò, che tra gli “ospiti d’eccezione” inseriti nella locandina figurano personaggi che, a nostro avviso non possono in alcun modo rappresentare una comunità come quella paternese. Si tratta di personaggi che in diverse occasioni, attraverso l’utilizzo dei canali social, hanno, in modo diretto e non, esaltato e difeso soggetti mafiosi condannati per i loro reati, nonché esternato espressioni discutibili in merito ad argomenti delicati, per cui non possiamo accettare la loro partecipazione in una manifestazione pubblica che coinvolge le Istituzioni e i Cittadini».
Pronta la replica dell’assessore Turi Comis che afferma di non aver invitato nessun tiktoker. «Stiamo toccando il fondo. Invece di valorizzare l’evento, fatto solo per i nostri commercianti, tentano di affossarci e stanno cercando fantasmi. Non ci sono fantasmi, non c’è nulla. C’è una conferenza stampa ed una locandina ufficiale dove non si parla di spettacoli. Ho chiesto alle Istituzioni finanziamenti, ma non mi hanno dato risposta. È stato a questo punto che un’associazione ha fatto richiesta per organizzare l’evento, chiedendoci solo la location e questo abbiamo fatto».
Chi ha organizzato allora l’evento? L’assessore non conferma se l’Ente farà denuncia contro ignoti visto che qualcuno ha utilizzato il logo senza autorizzazione.