Palagonia, Comune sciolto per mafia: l’assessore condannato perché “ingaggiava” i killer

Di Redazione / 08 Agosto 2023

Una – forse la principale – delle cause che hanno portato prima all’ispezione della Prefettura al Comune di Palagonia e ora alla scioglimento del Comune di Palagonia è la vicenda di Antonino Ardizzone, l’ex assessore del Comune di Palagonia, condannato nelle scorse settimane a 18 anni e 8 mesi di reclusione per l’accusa di concorso in omicidio.

All’ex assessore di Palagonia il gup Pietro Currò ha concesso le attenuanti generiche equivalenti alle aggravanti ma la pena inflitta è superiore di 8 mesi rispetto a quanto chiesto dalla procura etnea.

La paura di essere ucciso e la confessione

L’imputato si è messo nei guai con le sue stesse mani. Un giorno in preda a una paura spasmodica per la sua incolumità ha deciso di chiamare i carabinieri dicendo che voleva confessare un grave fatto. E così davanti al pm Marco Bisogni raccontò l’inquietante vicenda in cui pressato dai familiari di Marco Leonardo, consigliere comunale ucciso da Francesco Calcagno, avrebbe fatto da intermediario con esponenti della Stidda agrigentina per ingaggiare un killer che vendicare l’assassinio. E infatti, nel 2017, Calcagno rimane vittima di un agguato nel suo stesso agrumeto in contrada Nunziata. Le telecamere registrarono l’assassino in diretta. Le immagini permisero di identificare Luigi Cassaro di Licata, che è stato già condannato per il delitto di Palagonia.

La confessione ritrattata ma ormai…

Ma dopo aver riempito verbali e verbali, il politico ritrattò e disse di essere sotto effetto di psicofarmaci. Ma le indagini dei carabinieri che rilessero anche alcuni esiti investigativi dell’inchiesta dell’omicidio e alcune intercettazioni portarono riscontri a quel racconto poi smentito. Ardizzone finì in carcere.

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Pubblicato da:
Fabio Russello
Tag: antonino ardizzone palagonia