Nell’inchiesta Pandora il sistema Tremestieri: bustarelle al sindaco per appalti e permessi

Di Laura Distefano / 17 Luglio 2024

Una piccola tangentopoli all’ombra dell’Etna. Tremestieri sarebbe stata per anni teatro di mazzette: un permesso per costruire, una variante urbanistica, un progetto edilizio per essere approvato doveva passare dal rito delle bustarelle. Una sceneggiatura che viene fuori dalle parole degli stessi protagonisti, che hanno confermato il disegno già emerso in larga parte nell’inchiesta Pandora. L’ex sindaco Santi Rando – a differenza dei capitoli Sammartino e mafia (di cui abbiamo parlato lunedì scorso sulle pagine regionali) ammette.

La “confessione” di Paolo Di Loreto

«Mi dichiaro colpevole dei reati di corruzione», così comincia la “confessione” il 12 giugno scorso. C’è una «squadra» – come è definita in un’intercettazione dallo stesso ex sindaco ancora in carcere – di imprenditori vicini all’ingegnere Paolo Di Loreto. Sarebbe stato il noto urbanista nel 2015 a solleticare l’idea a Rando delle tangenti. «Sul punto voglio evidenziare che è stato Di Loreto a evidenziarmi che c’erano degli imprenditori disposti a pagare tangenti per ottenere provvedimenti amministrativi di loro interesse». Di Loreto racconta a maggio però un’altra versione (anche se poco cambia nella sostanza): «Rando mi aveva espressamente dichiarato che per ogni permesso a costruire o pratica edilizia voleva ricevere una tangente e io dinanzi alle sue parole, sebbene contrariato, alla fine acconsentii nei fatti alle illecite dazioni al fine di portare a buon fine gli affari per i quali ricevevo l’incarico».

In “regalo” una villa con piscina da usare liberamente

In tutti e due i verbali si parla degli indagati, sia colpiti da misura che no. E quindi i colletti bianchi e imprenditori Giovanni Naccaratoa, Domenico Cucinotta, Giuseppe Ferlito e Mario Stanganelli.
Gli uffici di via Carnazza, l’operazione Eurospin, la realizzazione di un albergo. Su quest’ultimo episodio addirittura Rando avrebbe avuto come “regalo” la possibilità di vivere in una villa con piscina. Che però era abusiva. I rapporti tra Cucinotta e Rando non erano idilliaci, con il tempo si sarebbero incrinati proprio per la questione “casa”. Di Loreto racconta addirittura di una cena con toni violenti: «Ci fu un forte screzio e Rando stava quasi per “alzare le mani” a Cucinotta». L’interesse di quest’ultimo sarebbe stato quello di far cambiare la destinazione d’uso di un terreno.

«Sorrisi» e «fiori» nomi in codice delle tangenti

Le tangenti avevano come nome in codice «sorrisi» e «fiori». E le bustarelle intascate da Rando nel tempo sarebbero andate da 5mila fino a 20mila. Anche se da quanto emerge dall’interrogatorio dell’ingegnere si sarebbe arrivati anche al doppio in qualche occasione.
Come avvenivano le consegne delle mazzette? Nei modi più disparati. Di Loreto descrive una scena quasi cinematografica. Partiamo dall’antefatto. Di Loreto spiega: «La richiesta di Rando in relazione al permesso di costruire (siamo nel 2017, ndr) è stata di 40.000 euro, 30.000 glieli ha dati Ferlito e 10.000 li ho versati io». E continua: «Ferlito ha consegnato l’importo a Rando in mia presenza nascondendoli elegantemente dentro un pacco di sigarette o di caramello che passava al sindaco in occasione delle colazioni che consumavamo insieme. Questi soldi sono stati consegnati ratealmente, e le consegne le posso collocare temporalmente in un periodo a cavallo del rilascio del permesso a costruire, quindi tra la fine del 2017 e i primi mesi del 2018».

Chiesti 100mila, dati 75mila in più tranche

De Loreto racconta addirittura che per l’affare Eurospin con Stanganelli per poter accontentare le somme pretese da Rando a titolo di tangente ci sarebbe addirittura andato sotto, dando a lui incasso fatturato e somme ricevute in nero. L’ex sindaco avrebbe voluto 100.000, Stanganelli però non avrebbe voluto saperne di pagare tangenti a politici (“Paolo io ti dò i soldi che abbiamo pattuito e poi fanne quello che vuoi”). Alla fine De Loreto racconta di aver dato in più tranche 75mila euro. «In questo affare non ho ottenuto alcun profitto, anzi sono andato in perdita, ma avevo in ballo altri affari (da oltre un milione di euro, ndr). Per questo avevo la mia convenienza». Questo il film, ispirato illegalmente da “mani pulite”, proiettato per anni sugli schermi comunali di Tremestieri.

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Pubblicato da:
Leandro Perrotta