Le polemiche sul provvedimento del giudice del Tribunale di Catania Iolanda Apostolico, che il 29 settembre non ha convalidato il trattenimento di tre tunisini nel centro di accoglienza di Pozzallo sconfessando di fatto il decreto del governo, continuano a divampare. Ad alimentare il fuoco di un dibattito, ormai più politico che giuridico, sempre più acceso, oggi è il video postato dal ministro e leader della Lega Matteo Salvini su X, di una manifestazione di protesta che si è svolta il 25 agosto del 2018 nel porto di Catania contro le politiche migratorie del governo in cui il deputato della Lega, Anastasio Carrà, afferma di riconoscere la giudice catanese tra i manifestanti.
A Palazzo di Giustizia nessuno ufficialmente commenta la notizia della pubblicazione del video, né le reazioni politiche che il filmato ha suscitato. Qualcuno si limita a dire di riconoscerla nel post, dove sarebbe assieme al marito che lavora a Catania per il ministero della Giustizia, ma senza aggiungere ufficialmente altro.
La stessa giudice, contattata telefonicamente dall’Ansa per un commento sul video, risponde: «Sono al lavoro e non posso parlare».
L’unica che dice qualcosa, sempre raggiunta dall’Ansa, è il giudice catanese Marisa Acagnino che lavora nello stesso ufficio della collega al centro delle polemiche. «Iolanda Apostolico ha lavorato ed è stanca di questa situazione» di cui «non parla pubblicamente per non alimentare eventuali polemiche», per lei «parlano i provvedimenti giudiziari adottati che si possono impugnare nelle sedi opportune, senza bisogno di attaccare la sua vita privata e la sua famiglia».
Matteo Salvini «prende atto “con sconcerto” di quanto sta emergendo» sulla giudice, ribadisce una nota della Lega. La presenza del magistrato e del compagno, «a sua volta funzionario del Palazzo di Giustizia etneo, pubblicamente schierato contro la Lega e dalla parte dei manifestanti» è definita «circostanza che rafforza la sensazione di totale allineamento ideologico della coppia, perfino nel bel mezzo di una manifestazione con grida “assassini e animali” di fronte alla Polizia».
Lo scontro oggi si consuma con l’Associazione Nazionale Magistrati. «Si accentua la tendenza a giudicare la terzietà del giudice, che va valutata dentro il processo, andando dalla critica del provvedimento, che è legittima, allo screening della persona, cioè vedere chi è il giudice anzichè guardare quello che ha scritto. Sono preoccupato dalla china che si imbocca», ha detto il presidente dell’Anm Giuseppe Santalucia, commentando – nel corso di un’intervista a Sky- il video postato dal ministro Salvini.
«Si pretenderebbe che il giudice che ha partecipato, ove sia vera, a una manifestazione che coinvolgeva una questione molto rilevante di compressione dei diritti fondamentali della persona, non debba mai più occuparsi di immigrazione», ha detto Santalucia. Ma «l’astensione si misura sulla concretezza del singolo caso. La pretesa che un giudice che ha detto la sua contrarietà a una certa politica dell’immigrazione non debba più occuparsi di immigrazione non è un problema di terzietà. E’ su quello che un giudice ha scritto nel suo provvedimento che si misura la terzietà».